Droni per 4 miliardi di dollari dagli Usa all’India

Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di 31 droni armati, missili e altre attrezzature all’India per quasi 4 miliardi di dollari (3,14 miliardi di sterline). Lo scrive la BBC ricordando che l’accordo sui droni MQ-9B Predator era stato annunciato durante la visita del Primo ministro Narendra Modi negli Stati Uniti nel giugno 2023. A dicembre, una commissione del Senato aveva sospeso l’accordo in attesa di un’indagine su un presunto complotto per l’assassinio di indiani sul suolo americano ma adesso il negoziato dovrebbe andare in porto dopo l’approvazione del Congresso USA.

A preoccupare gli osservatori non è tanto l’ennesimo acquisto di armamenti da parte di un Paese abituato a mostrare i muscoli e sempre in stato di allarme col vicino Pakistan ma la possibilità che l’aumento della capacità tecnologica indiana in materia di droni serva poi anche qualche assai poco rispettabile vicino: una pista che – come una nostra inchiesta sul caso sta rivelando – porta direttamente a Tatmadaw, l’esercito birmano. In crisi adesso non solo per l’avanzata nella Resistenza (tra l’altro proprio nelle zone di confine con l’India), ma per la capacità di costruirsi droni in casa da parte di diverse componenti militari delle forze che si oppongono alla giunta al potere ormai da tre anni in Myanmar.

Indubbiamente, come già in Ucraina, l’uso dei droni tende a cambiare il corso della guerra. Tatmadaw (l’esercito birmano) ne ha grande bisogno e Delhi è una delle poche capitali che ha rapporti commerciali e di amicizia con la giunta birmana. Se anche solo parte di questa fornitura finisse ai militari birmani, attraverso questa triangolazione con l’India verrebbero aggirate le sanzioni emesse dopo il colpo di Stato in Myanmar da Stati Uniti, Canada, Unione Europea, Gran Bretagna e Australia.

L’accordo in questione, scrive ancora la BBC, comprende la vendita all’India di 31 droni armati MQ-9B SkyGuardian, 170 missili AGM-114R Hellfire e 310 bombe laser di piccolo diametro, apparecchiature di comunicazione e sorveglianza e una bomba planante di precisione, come hanno riferito fonti del Pentagono. General Atomics Aeronautical Systems sarà l’appaltatore principale dell’accordo: un’azienda indiana specializzata nell’uso dei droni. Il motivo della necessità dei droni è ben spiegato in questo articolo della ditta indiana che chiarisce come sia meglio inviare droni e non truppe nelle aree a rischio. Proprio ciò di cui ha ora necessità Tatmadaw, messo a dura prova dai droni delle forze ribelli, che sono riuscite a strappare alla giunta militare birmana oltre il 50% del Myanmar.

(Red/Est/ADP/TG)

Nella foto in copertina, un velivolo senza pilota MQ-9B SkyGuardian sorvola l’Atlantico © General Atomics Aeronauticals

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