A conclusione in Italia delle manifestazioni del centenario della prima Guerra Mondiale, pubblichiamo volentieri questa riflessione di Opal (Rete Disarmo) che ci trova in perfetta sintonia.
OPAL, l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere, che ha tra i suoi compiti principali quello di promuovere e diffondere la cultura della pace, ritiene che nelle celebrazioni si sia
dato troppo rilievo non solo al punto di vista “nazionale” (la guerra come cemento degli italiani e realizzazione del risorgimento) ma soprattutto alla cultura della guerra (le nuove armi, la guerra di trincea ecc.). Non si è dato abbastanza rilievo, invece, alle cause di questa guerra, che ha rappresentato l’entrata dell’umanità nella modernità, con il suo corredo di inutili stragi di massa, di esodi di popolazioni civili, di genocidi, di “pulizie etniche” e di un fallimento della “pace” post-bellica i cui effetti si sono protratti per tutto il Novecento, e si ripresentano oggi.
Nell’imminenza della 2a edizione del Festival della Pace di Brescia, dedicato quest’anno al tema della nonviolenza, vogliamo ricordare il coraggio di Giacomo Matteotti che nel 1915 sostenne con veemenza le ragioni dell’antimilitarismo e dell’internazionalismo, e che fu condannato per disfattismo a tre anni di confino scontati a Campo Inglese (Messina). Le sue parole contro la guerra come violenza sono state poi riprese da Aldo Capitini, di cui si sono celebrati in questi giorni i cinquant’anni dalla scomparsa, nel suo Antifascismo tra i giovani (1966).
Per tenere attuali e comprensibili alle nuove generazioni le parole di Matteotti, di Capitini e di tutti coloro che hanno testimoniato la forza della pace e della nonviolenza, vogliamo ribadire che il 4 novembre 2018 non è un giorno di festa ma di lutto.
La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate è una giornata celebrativa nazionale italiana. Istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, è festeggiata ogni 4 novembre, data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti (4 novembre 1918), e la resa dell’Impero austro-ungarico. Nell’immagine di copertina, soldati italiani in trincea.
Nelle due foto sopra, altrettanti modi di ricordare il 4 novembre: la celebrazione della vittoria e il manifesto del film Uomini contro, diretto nel 1970 da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull’Altipiano.