Afghanistan: donne (sciite) nel mirino

Lutto nazionale dopo la strage di studentesse e studenti di un liceo ieri a Kabul. Nessuna rivendicazione

E’ lutto nazionale oggi in Afghanistan dopo che ieri pomeriggio l’ennesimo attentato stragista ha ucciso oltre 60 studenti, in maggioranza donne, in un liceo della capitale. L’attentato è avvenuto in un quartiere noto per la presenza di sciiti. I feriti sarebbero circa 150 e di molti corpi si cercano ancora i resti. La scelta dell’obiettivo (delle giovani studentesse) e il quartiere (Dasht-e-Barchi, con forte presenza della minoranza “scismatica” sciita) fanno propendere per una lettura dell’attentato, non ancora rivendicato, di matrice jihadista ma non talebana: questi ultimi per altro, nonostante le accuse del governo, hanno smentito di essere gli autori dell’attentato avvenuto grazie all’esplosione di un’auto bomba e di due ordigni alle porte della Sayed-ul-Shuhada High School, nella parte occidentale della capitale afgana.

Entra nella community

Iscriviti alla nostra newsletter

Da quando i colloqui di pace tra americani e Talebani hanno fissato una data per la partenza delle truppe straniere presenti in Afghanistan dal 2001 – data fissata a maggio e poi rinviata all’11 settembre – il Paese ha conosciuto una recrudescenza di attentati e azioni di guerriglia. Ma se tutto ciò serve ai Talebani per alzare il prezzo nella trattativa col governo di Kabul – ancora in alto mare – non sembra credibile che proprio alla vigilia della partenza dei contingenti stranieri i Talebani decidano di fare uno scempio di giovani studenti sciiti sapendo bene che molte giovani ragazze frequentano la scuola. Più credibile che l’Isis miri a tentar di far credere di avere ancora forza sufficiente per far deragliare il processo di pace e che sia in grado di colpire come e dove vuole. Anche la non rivendicazione – così come, altre volte, la rivendicazione di qualsiasi azione – rientra in una strategia pianificata. Creare il caos anche giocando sul filo delle responsabilità.

Può sembrare paradossale, ma l’Isis è in questo momento un nemico sia del governo di Kabul (come di quelli stranieri) sia dei Talebani stessi che hanno sempre avuto verso Daesh un atteggiamento di aperta condanna (essendo anch’esso un esercito di “stranieri”).

(Red/E. G.)
Donne afgane in copertin. Foto Eric Draper

Entra nella community

Lasciaci qualche informazione su di te, così saremo in grado di contattarti quando lanceremo la campagna di crowdfunding e potrai ricevere la nostra newsletter con gli ultimi aggiornamenti dal mondo.

IN ESCLUSIVA PER TE L’ABSTRACT SULL’INSERTO “SPECIALE CORONAVIRUS”

Tags:

Ads

You May Also Like

Fermare i mercanti d’armi

Contro lo svuotamento della Legge 185/90, il miglioramento del controllo dell’export di armi e lo Stop gli affari armati irresponsabili che alimentano guerre e insicurezza

La Rete Italiana Pace Disarmo, insieme a tutta la società civile che non vuole ...

Se piovono bombe

Una settimana di eventi e una campagna in vista della giornata del 4 aprile dedicata alla Mine Action

Sarà celebrata a New York al Palazzo delle Nazioni Uniteil 4 aprile  la  Giornata ...

Cina-Stati Uniti: 75 anni di una relazione difficile

Dalla guerra di Corea alla "diplomazia del ping-pong" alla crisi attuale. Sette decenni di alti e bassi

Le relazioni tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti rappresentano oggi il ...