Anche la Chiesa in Mali si schiera contro il recente colpo di mano dei militari. Ne ha dato notizia l’agenzia vaticana Fides: “I Vescovi del Mali, consapevoli della necessità di un esecutivo forte e di un esercito riconciliato e rinforzato, condannano con forza la presa del potere al di fuori del processo legale”, è scritto in un messaggio inviato dall’Africa all’Agenzia di Piazza di Spagna. “Condanniamo fermamente l’attuale crisi derivante da calcoli personali molto lontani dalle preoccupazioni della popolazione e dagli interessi del Mali” scrive la Conferenza Episcopale.
Il 24 maggio, il Presidente di transizione Bah N’Daw, il suo primo ministro Moctar Ouane con alcuni altri funzionari sono stati arrestati e portati al campo militare di Kati, vicino a Bamako. Gli arresti sono avvenuti poco dopo la nomina di un nuovo governo, la cui composizione era stata negoziata per più di una settimana. Nella notte del 27 maggio, il Presidente e il Premier sono stati rilasciati dai militari golpisti, ma non sono stati reinsediati nelle loro rispettive cariche. Il colonnello Assimi Goïta ha assunto “fino a nuovo ordine, la carica di Presidente della transizione”.
(Red/Est)
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Nell’immagine, la cattedrale di Bamako