Salvador: Bukele gioca d’azzardo

Proteste di piazza contro l'adozione dei bitcoin. E l'Onu critica gli attacchi allo stato di diritto

Il Salvador, il più piccolo Stato delle Americhe, con i suoi 7 milioni scarsi di abitanti, è raramente sotto la luce dei riflettori. Ma negli ultimi giorni si è guadagnato il suo quarto d’ora di celebrità quando ha deciso di ufficializzare la moneta virtuale -i “bitcoin”-, investendo anche una notevole quantità delle sue riserve nella nuova e discussa valuta. Una mossa che porta la firma di Nayib Bukele, il Presidente yuppie che nel 2019 ha vinto le lezioni con largo margine. Vi è stato un primo momento di euforia il 6 settembre, quando via tweeter Bukele ha annunciato che El Salvador stava acquistando 400 Bitcoin per un totale di circa 21 milioni di dollari e la quotazione è arrivata a 52.900 dollari. Ma il giorno dopo, quando la criptovaluta è diventata legale, le quotazioni sono crollate improvvisamente, fino al livello giudicato cruciale di 45mila dollari. Bukele ha allora reagito con un ulteriore acquisto di 150 bitcoin per altri 7 milioni di dollari, spiegando la mossa come una riconosciuta strategia finanziaria, di comprare quando il prezzo è basso. 

Ma alla popolazione del Salvador non  è piaciuta questa gestione che gioca d’azzardo con le casse già provate della Repubblica centroamericana. Sono partite manifestazioni di protesta con la parola d’ordine “no bitcoin” nella capitale San Salvador e nelle altre città. “Con i bitcoin non si potranno certo comprare le pupusas [le tortillas ripiene specialità locale] , serviranno solo a chi è ricco per speculare”, ha dichiarato ad Al Jazeera un manifestante. A queste proteste si aggiunge una nota dell’Onu, che ha chiesto il rispetto della Costituzione, dello stato di diritto e della separazione dei poteri per proteggere la democrazia di El Salvador. A causare questa nota critica è  una sentenza della Cortea costituzionale salvadoregna  che permette al Presidente Nayib Bukele di correre per un secondo mandato nel 2024.

Questa sentenza è arrivata dopo che l’assemblea legislativa filogovernativa ha sostituito i giudici costituzionalisti che si erano opposti alla rieleggibilità  e con i quali Bukele si era scontrato in diverse occasioni. Tra i cinque giudici che sono stati nominati ci sono un ex consigliere del governo Bukele e un avvocato della direzione  della polizia civile nazionale (PNC). Il portavoce dell’ONU, Farhan Haq, ha ricordato che questa rimozione “ha già sollevato preoccupazioni per l’impatto sull’indipendenza dei giudici”, che colpisce il sistema di controlli ed equilibri tra i diversi rami del potere.

(Red/Ma.Sa.)

l’immagine è di Andre Francois McKenzie per Unsplash

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