La memoria scomoda del Baltico

Foto e Testi: Alice Pistolesi
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L’invasione dell’Ucraina ha rimarcato un sentimento anti-russo che è condiviso da molti nei Paesi Baltici. Percorrendo le strade delle capitali di Lettonia, Estonia e Lituania, il sostegno all’Ucraina e la condanna alla Russia di Putin è lampante.  Le bandiere giallo-azzurre sono ovunque: nelle strutture pubbliche, nei negozi, così come in moltissime case private. Tanti sono i monumenti illuminati con i colori di Kiev. Nella capitale lituana, Vilnius, su ogni autobus di linea appare una scritta luminosa a favore della popolazione vittima del conflitto e sulle rive del fiume Neris si legge “Slava Ucraini” (Gloria agli ucraini).

A Tallin, capitale dell’Estonia, l’ambasciata russa è presidiata giorno e notte dalla polizia. Sulle transenne che la circondano centinaia di cittadini hanno lasciato foto di caduti in guerra, cartelli, pensieri e accuse.

Più difficile è però stabilire come si vive al confine con la Russia. A Narva, ad esempio, terza città dell’Estonia, il 97% delle quasi 60mila persone che vi abitano è russofona. I legami sono sempre stati forti: la città è contigua alla russa Ivangoord e a 159 chilometri da San Pietroburgo. Attraversare il confine era la normalità, mentre oggi è sempre più complicato. Il 19 settembre gli Stati baltici e la Polonia hanno infatti chiuso quasi completamente le frontiere ai cittadini russi, rendendo di fatto sempre più difficile poter entrare in Europa, anche per turismo. In una dichiarazione congiunta i capi di governo avevano sottolineato che “viaggiare nell’Unione europea è un privilegio, non un diritto umano”, aggiungendo di ritenere “inaccettabile che i cittadini dello Stato aggressore possano viaggiare liberamente nell’Ue, mentre allo stesso tempo le persone in Ucraina vengono torturate e uccise”.

Con l’intensificarsi del conflitto in Ucraina i Paesi Baltici hanno ripreso un processo di ‘rimozione della memoria sovietica’, già in corso da anni.

A Narva il 16 agosto è stata rimossa la replica di un carro armato T-34, che commemorava i soldati sovietici che morirono combattendo la Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. La decisione ha suscitato non poche proteste. Sulle rive del fiume Narva, laddove si trovava il carro armato, si è ricreata una sorta di infiorata-monumento improvvisato, che viene curata ogni giorno da decine di persone.

Curare i monumenti che ricordano i caduti è una tradizione molto sentita in Russia ed è in gran parte portata avanti dai parenti dei 20milioni di caduti nella seconda guerra mondiale.

La storia del reportage

Le foto sono state scattate in Estonia, Lituania e Lettonia nell’agosto 2022