Libano: scontri nel campo di Ein El Hilweh

Nel campo profughi palestinesi la violenza tra fazioni rivali ha provocato almeno undici morti, 40 feriti e duemila persone in fuga 

È di almeno undici morti e 40 feriti il bilancio della violenza nel campo profughi palestinese di Ein El Hilweh nel sud del Libano, dove da sabato 30 luglio sono in corso scontri armati tra fazioni rivali. A riferirlo è l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa). Lo scontro è tra miliziani di Fatah, il partito del presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen), e quelli di gruppi locali vicini ad Hamas ed Hezbollah. Secondo la ricostruzione dei fatti riportata da Al Jazeera le violenze sono iniziate quando un uomo armato sconosciuto ha cercato di uccidere un membro di un gruppo armato di nome Mahmoud Khalil, ma invece ha sparato a morte al suo compagno.

Gli scontri veri e propri sono scoppiati il ​​giorno successivo quando i combattenti per rappresaglia hanno sparato e ucciso un generale militare del gruppo Fatah, Abu Ashraf al-Armoushi, e tre accompagnatori mentre stavano camminando in un parcheggio. Dopo un accordo del 1969 tra il Libano e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, l’esercito libanese ha generalmente evitato di entrare nei campi, ma alcuni funzionari libanesi hanno chiesto all’esercito di prendere il controllo dei campi sulla scia dei recenti scontri. La sicurezza e il governo nel campo sono responsabilità dei Comitati Popolari e delle Fazioni Palestinesi. Il campo è circondato da un muro e l’accesso di persone e materiali da costruzione è controllato dalle Forze Armate libanesi attraverso posti di blocco. Samy Gemayel, membro del parlamento e capo del partito Kataeb, lunedì ha chiesto “il disarmo dei campi e la loro custodia da parte dell’esercito libanese”.

Tra i feriti negli scontri anche un membro dello staff dell’Agenzia Onu. Due scuole dell’Unrwa, inoltre, hanno subito danni e più di duemila persone sono state costrette a fuggire in cerca di sicurezza. In risposta alle urgenti necessità di un riparo, l’Unrwa, con i volontari, ha aperto le sue scuole per accogliere le famiglie sfollate e sta fornendo assistenza umanitaria di base. “L’Unrwa – scrive l’Agenzia in una nota stampa – chiede urgentemente a tutte le parti di tornare immediatamente alla calma e di adottare tutte le misure necessarie per proteggere i civili, compresi i bambini. Esortiamo tutti gli attori armati a rispettare tutti i locali e le strutture dell’Unrwa in conformità con il diritto internazionale”.

Il campo di Ein El Hilweh si trova a Saida, nel sud del Libano e, con i suoi 55mila residenti, è il più grande campo profughi palestinese in Libano. È uno dei 12 campi istituiti in Libano nel 1948 per rifugiati palestinesi dopo la creazione di Israele. Gli abitanti del campo provenivano originariamente dalle città costiere palestinesi ma oggi ospita anche un gran numero di profughi palestinesi sfollati da altre parti del Libano, in particolare da Tripoli e arrivati a Ein El Hilweh durante la guerra civile libanese e dopo il conflitto di Nahr el-Bared nel 2007. La crisi siriana ha anche portato alla presenza aggiuntiva di rifugiati siriani e profughi palestinesi provenienti dalla Siria nel campo.

*In copertina Sabra and shatila refugee camp in beirut Lebanon 3 February 2018, foto di Catay per Shutterstock

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