L’Ucraina in Mali, coi Tuareg contro militari e ex-Wagner

Una foto ritrae i combattenti del deserto con la bandiera di Kiev

di Maurizio Sacchi

Il Niger ha interrotto con effetto immediato i rapporti diplomatici con l’Ucraina, dopo che lo aveva fatto il Mali: entrambi accusano l’Ucraina di aver fornito informazioni ai ribelli tuareg del Quadro Strategico e Permanente per la difesa del popolo dell’Azawad (Csp) a Tinzaouatene, una località al confine con l’Algeria, tra il 22 e il 27 luglio avevano compiuto una serie di attacchi in Mali costati la vita a 84 mercenari russi e 47 soldati maliani. Subito dopo, il portavoce dell’intelligence militare ucraina aveva dichiarato che l’operazione dei ribelli era stata possibile grazie all’aiuto dell’Ucraina, che aveva fornito «informazioni utili, e non solo quelle». Nella battaglia ha perso la vita anche un comandante delle ex-forze Wagner, ora Afrika Korps, Sergei Shevchenko.

Andrii Yusov, portavoce dell’intelligence militare dell’Ucraina,  ha rivendicato l’aiuto dato al Cso,  aggiungendo: “…non forniremo certamente altri dettagli, andremo avanti”. Una foto che ritrae i combattenti Tuareg con una bandiera ucraina è apparsa sul quotidiano Kiev Post: lo scatto sarebbe stato fornito da fonti della difesa. L’esercito del Mali ha riconosciuto le gravi perdite durante le battaglie con le forze separatiste nel nord-est. Il Mali ha lanciato un contrattacco con il supporto del Burkina Faso, nell’ambito del patto di solidarietà tra gli Stati membri dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES). I mercenari Wagner hanno aiutato il governo russo a estrarre risorse naturali in Africa, tra cui, secondo The Blood Gold Report, un valore stimato di 2,5 miliardi di dollari di oro negli ultimi due anni, che il leader russo Vladimir Putin ha usato per contribuire a finanziare la sua invasione su larga scala dell’Ucraina.

La presenza del gruppo Wagner prima, e degli Afrika Korps ora, all’inizio chiamati in chiave anti-jihadista dal Mali e da altri governi dell’area, ha ora anche la funzione di supportare le giunte golpiste che negli ultimi due anni hanno preso il potere in Mali, Niger e Burkina Fasso. Ma le certificate violenze, eccidi e stupri che i Wagner hanno commesso aumentano le preoccupazioni per il desino del Sahel.  I numerosi attori interni ed esterni coinvolti nel conflitto e la competizione tra potenze globali per l’influenza in Africa rendono estremamente difficile vedere una via d’uscita da questo tunnel.

I Tuareg

Dopo l’indipendenza del Mali, negli anni ’60 scoppiò una rivolta tuareg nelle montagne dell’Adrar N’Fughas, a cui si unirono gruppi tuareg dell’Adrar des Iforas, nel nord-est del Mali. L’esercito maliano represse la rivolta, ma il risentimento tra i tuareg alimentò ulteriori rivolte. La seconda rivolta risale al maggio 1990. In seguito a uno scontro tra soldati governativi e tuareg all’esterno di una prigione a Tchin-Tabaraden, in Niger, i tuareg del Mali e del Niger rivendicarono l’indipendenza della loro patria tradizionale: Ténéré in Niger, compresa la loro capitale Agadez, e le regioni di Azawad e Kidal in Mali. Seguirono scontri mortali tra i combattenti tuareg, con leader come Mano Dayak, e le forze armate di entrambi i Paesi, con migliaia di morti. I negoziati avviati da Francia e Algeria portarono ad accordi di pace nel gennaio 1992 in Mali e nel 1995 in Niger, che prevedevano entrambi il decentramento del potere nazionale e l’integrazione dei combattenti della resistenza tuareg negli eserciti nazionali dei Paesi. Patti che non sono stati rispettati. A partire dal 2004, in Niger e Mali sono continuati sporadici combattimenti tra le forze governative e i ribelli tuareg. Nel 2007, si è verificata una nuova ondata di violenza. Nel 2012 è stata dichiarata una guerra contro il governo maliano guidata dal Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad (MNLA), con l’obiettivo di ottenere l’indipendenza della regione settentrionale del Mali, nota come Azawad. parte di una serie di insurrezioni da parte di gruppi armati nomadi. 

nell’immagine da wikipedia, ribelli tuareg

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