Basta aerei a Tel Aviv

Oltre 230 organizzazioni internazionali chiedono ai Governi che producono gli F-35 di smettere di armare Israele

Oltre 230 organizzazioni della società civile globale hanno chiesto con una lettera congiunta ai Governi che fanno parte del programma del cacciabombardiere Joint Strike Fighter di interrompere immediatamente tutti i trasferimenti di armi a Israele, inclusi i caccia F-35. Organizzazioni della società civile di tutto il Mondo hanno intrapreso azioni legali per mettere i propri Governi di fronte alle proprie responsabilità sul programma F-35 e sulla complicità nei crimini di Israele a Gaza. Lo si legge in una nota diffusa da Rete italiana Pace e Disarmo.

Negli ultimi mesi, le Forze Armate di Israele (IDF) hanno utilizzato caccia F-35 per effettuare bombardamenti sui civili Palestinesi di Gaza. Tra i vari episodi scrive ancora ma nota –  è stato accertato come nel luglio 2024 un F-35 sia stato utilizzato per sganciare tre bombe da 2.000 libbre in un attacco alla cosiddetta “zona sicura” di Al-Mawasi a Khan Younis, uccidendo 90 palestinesi.

Nonostante tutti i Paesi partner del programma Joint Strike Fighter abbiano l’obbligo legale di fermare le esportazioni di armi verso Israele, i Governi di tali Stati continuano a consentire il trasferimento di parti dei cacciabombardieri F-35. Gli Esecutivi hanno assunto posizioni incoerenti, affermando ad esempio che le licenze di armamento verso Israele siano state sospese, ma consentendo al contempo i trasferimenti nell’ambito delle licenze esistenti o la fornitura “indiretta” attraverso gli Stati Uniti d’America o altri partner dell’F-35. Un movimento globale di cause legali intraprese dalla società civile è dunque cresciuto in tutti i Paesi che partecipano al programma F-35, per evidenziare le responsabilità dei decisori politici (e amministrativi) al riguardo del trasferimento di caccia e componenti F-35 a Israele.

Leggi qui la lettera congiunta delle associazioni

(Red/Est/E.G.)

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