Il presidente americano Donald Trump ha annunciato il ritiro di tutti i duemila soldati statunitensi dalla Siria, dichiarando che ormai è certa la la vittoria sull’ autoproclamato Stato islamico, mentre spinge per concludere il negoziato coi talebani afgani. Via dalla guerra insomma: una mossa che contraddice le valutazioni del Pentagono e che crea sconcerto tra alcuni repubblicani e che, soprattutto, lascia soli gli alleati curdi osteggiati da Ankara che ne teme l’autonomia.
Via dalla guerra (ma possibilmente conservando le basi) anche in Afghanistan dove si continua a negoziare coi talebani ma bypassando il governo di Kabul, messo all’angolo dall’iniziativa statunitense. Il presidente isolazionista, che una volta a capo dello Stato aveva però dato retta ai generali del Pentagono, torna sulle primigenie posizioni forse in considerazione dell’importanza delle relazioni con l’alleato turco (in Sira) e dei rapporti di forza con la Russia (sia in Siria sia in Afghanistan).
Nelle due immagini: sopra il titolare del Pentagono Mattis. Sotto, il negoziatore Khalilzad, inviato speciale per l’Afghanistan