A scuola senza zaini militari

Giochi Preziosi non li distribuisce più. Vittoria della Campagna lanciata dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

di Laura Tussi 

Giochi Preziosi non distribuisce più zaini militari. Vittoria della Campagna lanciata dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. L’Osservatorio si augura  che Giochi Preziosi possa mantenere fede anche in futuro a questo impegno, che dimostra che quando la società civile si mobilita dal basso è possibile raggiungere ottimi risultati. Molti auspicano  che Giochi Preziosi possa magari avviare anche collaborazioni per distribuire zaini di pace con messaggi pedagogici dei grandi maestri della nonviolenza; sarebbe molto più congeniale all’ambiente scolastico! Comunque l’Osservatorio fa sapere che resta  in attesa di un riscontro da parte dell’azienda per comprendere i motivi per cui gli zaini militareschi contro i quali è partita la Campagna sostenuta da varie associazioni e movimenti siano scomparsi dal sito, sperando che la stessa cosa possa succedere nei punti vendita.

I grandi maestri dell’educazione nonviolenta da Montessori a Danilo Dolci a Capitini e ancora Gandhi, Mandela, M.L. King che ci hanno tramandato nel corso della storia molti immensi insegnamenti e esempi di un fulgido passato per la Nonviolenza che invece nell’attuale congiuntura bellica, di militarizzazione a oltranza, di violenza strutturale, viene del tutto dimenticata, calpestata da un clima sociale neofascista, sovranista, suprematista, intriso di becero razzismo.

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva già accolto positivamente come segnale importante l’ammissione dell’errore nella campagna pubblicitaria da parte di Giochi Preziosi. Tuttavia, se verrà confermata, la notizia della sospensione della commercializzazione ci sembra un buon punto di partenza per avviare una sensibilizzazione più incisiva nella società civile sul fenomeno della militarizzazione delle scuole attraverso le visite in caserma, i PCTO, la vecchia alternanza scuola e lavoro, con i militari, la Ginnastica Dinamica Militare Italiana svolta nelle palestre scolastiche e tanti altri piccoli/grandi, comunque inquietanti, episodi che destano preoccupazione per il clima militaresco diffuso nella scuole pubbliche italiane.

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è un esempio di partecipazione sociale per contrastare l’ignoranza e la violenza dilaganti. Messaggi retrivi che incitano alla guerra veicolati dal mondo politico e della comunicazione per cui si continua a chiedere l’invio di armi in guerra. Mentre tutti noi, società civile, vogliamo una soluzione del conflitto in Ucraina e delle guerre e dei conflitti nel mondo con i negoziati, con le trattative, con il dialogo per la pace. E queste richieste devono appunto partire dagli insegnanti, dalla scuola, dall’università e dall’educazione alla pace derivante da questi enti di formazione pedagogica, agenzie educative e istituzioni.

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