Addio a Norita

Una donna che ogni giovedì, con altre come lei, ha sfidato la dittatura civico-militare-ecclesiastica che ha insanguinato l'Argentina negli anni bui

di Andrea Cegna

Nora Irma Morales de Cortiñas è morta, un giovedì, il 30 di maggio. E’ morta in quel giorno della settimana che ha segnato la sua vita per più di 47 anni. Nora per tutte e e tutti era semplicemente Norita, e nella sua semplicità è stata una gigantesca figura, un riferimento per chi in Argentina e in Latino America ha lottato (e lotta) per la difesa dei diritti umani. Un lampo che non spariva dal cielo e che non sparisce nemmeno oggi. Era piccolina ma indomita. Non bastano un film, le interviste e i comiati che riempiono le pagine social di ogni movimento e attivista del paese a raccontare l’enormità di una donna che per metà della sua vita ha voluto verità e giustizia per lei, per altre madri e per ogni singola persona che vive nel mondo. Ogni giovedì, con altre donne come lei, ha sfidato la dittatura civico-militare-ecclesiastica che ha insanguinato l’Argentina e velocizzato i processi neoliberisti nel Paese.

Altre donne, come lei, a cui sono stati sottratti figli e figle, persone di cui le loro madri e i loro padri non hanno più saputo nulla. Il 15 aprile 1977 Gustavo, il figlio di Norita, è scomparso e da quel momento non si è più saputo nulla di lui. Da quel giorno la sua vita è cambiata lei ed il marito e per trovare il figlio da prima si sono rivolti alle organizzazioni per i diritti umani. Poi suo cognato un giorno le parlò di alcune donne che si riunivano davanti al Palazzo del Governo. Così arrivò a Plaza de Mayo per la prima volta nel maggio del 1977 e da quel giorno non l’ha più lasciata, nemmeno dopo che la dittatura rapì e uccise Azucena Villaflor de De Vincenti, Esther Ballestrino de Careaga e María Eugenia Ponce de Bianco.

Dopo la fine della dittatura non ha mai smesso di cercare il figlio, di cercare la verità e la giustizia (sociale). E’ morta a 94 anni lasciando un segno di quelli che sono rari da trovare. La storia delle Madres de Plaza de Mayo è una storia unica che andrebbe raccontata in ogni libro di scuola, e in quella storia c’è anche Norita. Come c’era Hebe de Bonafini, altra faccia di una storia di lotta incredibile che nella metà degli anni ’80 si è divisa in due tronconi. L’Associazione della Madri e le Madri Linea Fundadora. Hebe stava nella prima, Norita nella seconda. Quando Hebe è morta Norita è stata in piazza, è andata a salutarla e ha avuto parole solo di rispetto. Norita è stata il volto di ogni movimento sociale che ha attraversato l’Argentina, non c’era piazza dove lei e le madri non ci fossero, non c’era piazza dove le persone non cantassero “madri della piazza il popolo vi accompagna” e non c’è movimento di Argentina che non abbia il fazzoletto come simbolo della propria lotta, quel fazzoletto che loro, le “pazze, di Plaza de Mayo avevano in testa. Colore bianco e poi cucino il nome del figlio o della figlia desaparecidos.

Norita era del popolo e stava con il popolo. Il 7 marzo del 2018, in occasione della Giornata della visibilità lesbica, ha partecipato a una partita di calcio antipatriarcale giocata davanti al Congresso nazionale per chiedere la liberazione di Higui, una donna condannata da un tribunale per essersi difesa da una banda di uomini che l’avevano aggredita perché lesbica. Per Norita il calcio era un qualcosa del popolo e proprio per questo un gruppo di donne militanti ha fondato una squadra di calcio femminile chiamata “Norita Fútbol Club”. La squadra è nata nel 2017 e quando le hanno dato la maglia del team e le hanno chiesto quale numero volesse, Norita ha risposto: “Non lo so, credo che il numero 10 vada bene”. E quando è morto Maradona l’ha ricordato dicendo “Siamo tutti tristi. Il Paese, la città e la provincia sono tutti un po’ tristi. Chi di noi non è stato reso felice anche se non seguiva il calcio? Lui ha reso felici milioni di persone, la maggior parte delle quali povere.  La sua bravura è emersa fin da quando era un ragazzino di 14 anni. Con tutta la forza che aveva ha tracciato un percorso per se stesso.  Ha lavorato duramente, ha lottato duramente, ha aiutato molte persone tra queste i suoi genitori. Il suo cammino è stato importante”.

Il 24 marzo ha deciso, in sedia a rotelle, di partecipare alla manifestazione contro la dittatura del 1976, che quest’anno è diventata oggetto di controversia politica visto che Milei, e il suo governo sono negazionisti e cercano di strizzare l’occhio a chi di quella drammatica storia fu perpetratore. Donna di popolo e di coraggio che è stata così ricordata da Non Una di Meno alla notizia della sua scomparsa “Rimarrai nei nostri cuori come una fiamma ardente. Madre di tutte le battaglie, instancabile e commovente. Non sarà possibile dimenticare il percorso che hai tracciato giovedì dopo giovedì, in piazza e nel mondo, o ovunque ci fosse bisogno di te. La tua partenza ci trafigge il cuore, ma tu hai dato tutto, ci hai irradiato. Tutto e di più. Eri splendidamente tremenda, e una volta hai detto che ti vergognavi di aver passato anni senza dire che ti sentivi femminista. E hai portato il sorriso sui nostri volti. Fino alla vittoria, sempre, cara Norita. Vinceremo!”

In copertina: Plaza de Mayo. Nel testo: Norita

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