Adunata degli Alpini, la guerra in mostra

Si smette di sparare, ma non c'è veramente pace. E i conflitti rischiano di scoppiare di nuovo, come le fiamme riemergono da sotto la cenere. A Trento gli Alpini sono in adunata nazionale. A pochi chilometri una mostra interattiva mostra gli effetti dei conflitti

Mentre a Trento tutto è pronto per l’Adunata Nazionale degli Alpini, a pochi chilometri di distanza si parla degli effetti delle guerre, di quelle del passato e di quelle presenti. È un’esposizione diversa da quelle viste finora: un misto di ragionamento ed emozione. E un messaggio chiaro: troppo spesso i trattati di pace non sono serviti, sono rimasti sulla carta e le guerre si sono replicate. È uno spazio sul futuro, una finestra su cosa sta succedendo nel Mediterraneo, dove i barconi di disperati (in fuga dalla morte) e dove volano gli aerei bombardieri. Ci sono anche i droni killer, gli aerei senza pilota delle forze armate americane, che partono da Sigonella.

Non c’è pace dopo la guerra. Lo sanno i civili che la violenza dei conflitti l’hanno subita sulla pelle. E lo sanno anche quei militari che tornano nei luoghi delle battaglie, dopo che si è smesso di sparare. Lo sanno anche tanti alpini che a Trento parteciperanno alla grande adunata nazionale.

NO WAR – NO PEACE (Non c’è pace dopo la guerra) è il titolo della mostra allestita presso il Museo dell’Alto Garda (MAG) a Riva del Garda.

Promossa dall’Associazione 46° Parallelo – Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, la mostra è un viaggio nella storia passata e recente: una passeggiata al piano terra della Rocca di Riva, nella nella cartina geografica di un pianeta che non riesce a trovare vera pace.

E poi ci sono fotografie di Fabio Buciarelli e installazioni video. Su maxi schermi si trovano anche le video-interviste al professor Giovanni Scotto (Università di Firenze) e della professoressa Chantal Meloni (Università di Milano). Le fotografie sono di Fabio Bucciarelli.

Scotto parla delle macerie sociali rimaste dopo gli interventi bellici nell’ex Jugoslavia, dove la pace imperiale è solo assenza di bombe.

Meloni parla dell’utilizzo dei droni killer in aree geografiche molto vicine a noi, dove però formalmente non ci sono guerre in corso.

L’uso degli aerei senza pilota pone la questione della violazione sistematica dei diritti umani.

L’Italia – spiega la docente – ha siglato un accordo con gli Stati Uniti per l’uso dei droni armati. Ha concesso l’utilizzo della base di Sigonella, ma formalmente non si sa nulla di questo “contratto” e il governo finora si è appellato al “segreto di Stato”. Intanto però i civili in alcuni Paesi muoiono nell’indifferenza generale. C’è anche una vittima italiana.

Se questa 91° Adunata degli Alpini intende svolgersi nel solco della pace, la mostra al Museo di Riva del Garda si interroga proprio sul significato della parola pace e su cosa comporti in verità la fine di una guerra.

La mostra NO WAR NO PEACE, pilastro imprescindibile del progetto Guerre e Pace. 1918-2018, pone di fatto la questione dello status di “non pace” che caratterizza infiniti scenari post-bellici, a partire da quel 1918 fino ai nostri giorni.

Le installazioni – costituite dalle immagini del fotoreporter Fabio Bucciarelli, dalle strutture evocative create dallo studio di architettura Weber/Winterle, da video storici, interviste e materiale di approfondimento consultabile attraverso touch screen e realizzato dal gruppo di lavoro di Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo – richiamano i diversi e così simili “dopo” che accomunano i momenti della fine dei conflitti, raccontano la contraddizione della fine della guerra senza costruzione della pace, in una linea di continuità e di rimandi che si dispiega per un intero secolo.

La mostra è realizzata in collaborazione con Associazione 46° Parallelo – Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, a cura di Andrea Tomasi e Claudia Gelmi su un progetto di Raffaele Crocco.

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