Se il commercio internazionale di armi ha registrato un leggero calo tra il 2012-16 e il 2017-21 (–4,6%) le esportazioni di Stati Uniti e Francia sono aumentate notevolmente, così come le importazioni verso Stati in Europa (+19%), Asia orientale (+20%) e Oceania (+59%). I trasferimenti verso il Medio Oriente sono rimasti elevati, mentre quelli verso l’Africa e le Americhe sono diminuiti. Lo dicono i nuovi dati pubblicati in marzo dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI).
Secondo Pieter D. Wezeman, ricercatore senior del programma SIPRI per i trasferimenti di armi: “Mentre ci sono stati alcuni sviluppi positivi, tra cui le importazioni di armi dal Sud America che hanno raggiunto il livello più basso
La maggiore crescita delle importazioni di armi si è verificata in Europa, spiega ancora una sintesi dell’ultimo rapporto. Nel 2017-21 le importazioni di armi da parte degli Stati europei sono state del 19% superiori rispetto al 2012-16 e hanno rappresentato il 13% dei trasferimenti globali di armi. I maggiori importatori di armi in Europa sono stati il Regno Unito, la Norvegia e i Paesi Bassi. Si prevede che anche altri Stati europei aumenteranno in modo significativo le loro importazioni di armi nel prossimo decennio, avendo recentemente effettuato ingenti ordini per le principali armi, in particolare aerei da combattimento dagli Stati Uniti. E’ ora facile immaginare, aggiungiamo noi, che dopo la decisione dei Governi europei di inviare armi in Ucraina e, soprattutto, di aumentare il budget della Difesa, le vendite e gli acquisti vedranno un balzo in avanti.
Nei prossimi giorni torneremo sui dati del Sipri con un dossier dedicato
Vai al nostro dossier Frontex
(Red/Est)