Artisti per Gaza

Domani 18 marzo alle 18.30 a Roma al Tetaro di Villa Lazzaroni "per fermare lo sterminio"

“Aprire una crepa in questo vuoto di parole”: l’arte e la cultura si mobilitano in favore della Palestina ribadendo la richiesta perentoria di fermare lo sterminio. Occasione sarà “Gazart, artisti e intellettuali per Gaza”, l’evento che si terrà lunedì 18 marzo alle ore 18.30 a Roma, al teatro Villa Lazzaroni, e dal cui palco artisti e intellettuali uniranno le proprie voci “contro l’assordante silenzio sullo sterminio”. L’evento, ideato e organizzato dallo storico Angelo d’Orsi e dal regista Alessandro Negrini, con il sostegno di “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del mondo”, vedrà la partecipazione di molti artisti, tra i quali Laura Morante, Massimo Wertmüller, Ascanio Celestini, Erica Giovannini, David Riondino, Vauro Senesi, Arianna Porcelli Safonov.

“Nessun tipo di cultura autentica, nessuna forma di arte può estraniarsi dai problemi e soprattutto dalle sofferenze del mondo – dicono gli organizzatori di Gazart -. Oggi Gaza, e la Palestina tutta, rappresentano, interamente, il dolore del mondo. Dobbiamo reagire”. “Aderisco e partecipo – afferma Laura Morante – perché ritengo che sia necessario fare tutto il possibile per fermare questo massacro che nulla può giustificare e che ci chiama tutti in causa. Tacere significa rendersi complici di crimini inaccettabili.” “Se nel passato le manifestazioni per la pace avevano il senso di una affermazione di princìpi – spiega David Riondino – in questi giorni la doppia emergenza di Gaza e dell’Ucraina, unita agli squilli di tromba di Macron, suggeriscono una urgenza diversa, decisamente militante. Con pericolosa simmetria, chi vuole l’intervento militare o la continuazione dell’intervento in corso preme sui governi d’Europa. Importante quindi essere presenti, a segnalare una attenzione vigile, contro tutti gli integralismi e tutti i fanatismi.” “Il massacro di Gaza – dichiara Giuseppe Cederna – è ingiustificabile sotto ogni cielo e davanti ad ogni Dio. Ho amici israeliani che lo vivono con dolore, come un incubo, una maledizione. E mi dispiace che tante persone di buona volontà che conoscono il valore della fratellanza e la vergogna della violenza non siano in prima linea nel denunciare questa disfatta umanitaria”. (ANSA).

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