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Attraverso la Siria, sulle orme di Paolo (Parte 2)

di Angelo Maddalena*

Il racconto iniziato la scorsa settimana con il viaggio dell’autore, continua con cos’era e cos’è oggi l’Esercito Libero Siriano. Qui la prima puntata.

PARTE 2 (Uno sguardo sull’Esercito Libero Siriano)

Nel libro Passaggi in Siria, Samar Yazbek scrive: “Come avrei presto scoperto, benché possa fare pensare a una formazione militare, la sigla Free Army in realtà comprende una serie di gruppi estremamente diversificati, con caratteristiche e comportamenti che vanno dal crudele al compassionevole (…) Questi combattenti sono persone normali, come quelli che si incontrano tutti i giorni per la strada; ciò che li differenzia – si legge ancora nel testo della Yazbek – è la posizione rispetto agli ideali rivoluzionari: certi aderiscono ai suoi principi morali, altri li hanno del tutto persi di vista, a tal punto che molti di questi gruppi sembrano aver ben poco in comune fra di loro. Per la notevole varietà che le contraddistingue, le brigate del Free Army o ‘brigate della resistenza popolare armata’, come forse bisognerebbe chiamarle, sono copia conforme della vita reale in tutta la sua diversità. Soltanto che in Siria la morte fluttua in mezzo a loro con la leggerezza di una piuma”.

Secondo una nostra fonte, quasi da subito, cioè tra il giugno e l’agosto del 2012, l’Esercito Libero Siriano viene strumentalizzato da forze estranee, soprattutto di matrice islamista radicale. Ci spiega anche che l’Occidente ha mitizzato questo esercito di combattenti popolari, mentre faceva finta di non vedere i soggetti realmente dominanti all’interno di questa formazione. La fonte accusa inoltre l’Occidente di aver organizzato anche conferenze internazionali per esaltare il cosiddetto Free Army. Ci informa però al tempo stesso dell’esistenza di un Terzo Fronte, fatto di intellettuali siriani i quali proponevano soluzioni comprensibili e meno radicali (tipo il no alla caduta del regime di Assad a favore di alcune riforme, che forse era anche la richiesta dei primi manifestanti pacifici): “Posizioni per nulla considerate dalla stampa europea e dalle agenzie internazionali”. La fonte parla anche per esperienza diretta, nel senso che ha personalmente conosciuto alcuni di questi intellettuali siriani, poiché fino al 2012 ha lavorato anche lui nell’ambiente accademico. Ricorda poi che alcuni di questi intellettuali adesso si trovano in Europa, perché minacciati dal regime.

La Yazbek, ancora nel libro Passaggi in Siria, scrive: “A Saraqeb, in quei giorni [agosto 2012] si diceva che solo diciannove dei circa 750 combattenti fossero mujaheddin arabi”. Anche lei ammette che già in certe manifestazioni pacifiche e in alcune postazioni dei ribelli c’erano striscioni con le scritte “Allah è l’unico vero Dio” e “Maometto è il suo messaggero”. In quel testo fa inoltre una riflessione sulla forza morale dei combattenti: “Da dove traggono la forza? Chi è più estraneo al significato della vita, noi o loro? Chi è più vicino alla sua essenza? Coloro i quali vivono al cospetto della morte, ridendole in faccia?”. Ricordiamo che il Presidente siriano Assad è stato denunciato dalle Nazioni Unite per l’uso di armi chimiche contro i ribelli e quindi contro molti civili inermi e che nel 2015 i combattenti popolari stavano per avere la meglio sull’esercito del regime. Ma poi, come viene fuori dalle testimonianze raccolte dalla Yazbek nel libro sopra citato, “eravamo riusciti a sconfiggere l’esercito governativo sulla terra, ma è dal cielo che è arrivato l’attacco feroce e vigliacco del regime di Assad”. Con i raid aerei, tra il 2013 e il 2018 sono piovuti ordigni al centro di indagini e accuse da parte dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC). A tal proposito si veda l’articolo di Avvenire di Camille Eid del 28 gennaio 2023.

Continua il prossimo lunedi

* Angelo Maddalena è narratore di conflitti e lotte popolari dal basso, dalla Val di Susa all’Algeria a Buenos Aires. I suoi reportage spesso diventano monologhi teatrali con canzoni (“Cugini di Algeria fratelli di Kabylia”; “Alla Maddalena, la favola del 3 luglio in Val di Susa”). Nel 2018 ha pubblicato il libro inchiesta dal titolo “Un anno di frontiera”, sull’accoglienza incompleta dei migranti a Ventimiglia; collabora con “Mosaico di pace”, a giugno del 2023 è uscito un suo reportage sul quindicinale “Rocca”. Dal 2013 al 2022 ha collaborato regolarmente con “la Bottega del Barbieri”, blog di giornalismo sociale e di inchiesta, per il quale ha curato la rubrica “L’Angelo del lunedì”. Il suo ultimo libro è “Taccuino di viaggio interiore”, con il cd di canzoni “Tutti positivi”. A settembre del 2023 uscirà il docu-corto “Mi sembra di viaggiare con te. Vita da Angelo, un artista e la sua ricerca di senso”, di Gabriele Perni.

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