Buon viaggio Angelo

Il saluto del direttore del Progetto Atlante al giornalista e amico Ferrari che ci ha lasciato

di Raffaele Crocco

Va bene, si fa la conta di quelli che vanno avanti. E oggi alla lista aggiungiamo Angelo Ferrari. Non è facile, farlo. Angelo ha collaborato a questo pazzo e sgangherato progetto che portiamo avanti da subito, dall’inizio mettendo sulle pagine dell’Atlante la competenza e l’amore che aveva per l’Africa e per questo mestiere.

Era semplicemente bravo. Sapeva sempre quello che faceva e scriveva e aggiungeva la passione alla conoscenza. Così, chi come me di Africa sapeva poco, dopo un po’ gli sembrava di esserci stato. Aveva mollato per un po’, anni fa, quando aveva scoperto di essere ammalato. Poi, aveva ripreso a scrivere per noi, per sé e per gli altri. Aveva continuato a viaggiare, ad amare, a partecipare, ad essere ciò che era.
Non credo abbia lottato contro il cancro, come va tanto di moda oggigiorno. Credo piuttosto abbia imparato a conviverci, abbia scelto di portarselo dietro per anni, senza per questo fermarsi, almeno sino a quando ha potuto.

Ora, a noi che siamo ancora qui, a fare la conta, Angelo mancherà e questa mancanza ci resterà dentro, da qualche parte. Verrà fuori quando incontreremo, per caso, uno suo scritto, un’intervista. Si farà vedere quando parleremo di Africa o quando ricorderemo quella tal marcia Perugia Assisi o quel giorno a Milano. E così, in qualche modo, Angelo non se ne sarà mai andato davvero.

In copertina e nel testo: Angelo Ferrari con uno dei suoi libri (cortesia OgZero)

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