Nicolò Filippo Rosso con EXODUS è il vincitore della seconda edizione del Romano Cagnoni Award, premio internazionale di fotogiornalismo, promosso dalla Fondazione Romano Cagnoni. Menzioni speciali a Lorenzo Tugnoli e Mary Gelman. Il Premio, in collaborazione con Photolux Festival, è nato nel 2019 in memoria del grande fotoreporter scomparso nel 2018. L’idea alla base del premio è quella di sostenere i fotografi di tutto il Mondo,
EXODUS di Nicolò Filippo Rosso è stato considerato all’unanimità, quale progetto a lungo termine, che meglio ha saputo interpretare il tema proposto in tutte le sue sfaccettature. Una testimonianza che, da quattro anni, documenta un racconto vero e dinamico, in grado di riportare condizioni di diseguaglianza sociale, di mancato accesso ai diritti primari e di difficoltà estrema nell’acquisizione delle libertà fondamentali, che caratterizzano il fenomeno delle migrazioni in America Latina.
Quello di questa nuova edizione del Premio «è stato un percorso molto intenso – dice Patricia Franceschetti Cagnoni, Presidente della Fondazione Romano Cagnoni e della giuria del Romano Cagnoni Award – reso possibile grazie a collaborazioni già consolidate, come quella con il Photolux Festival e alle nuove, come quella instaurata con la piattaforma LensCulture. Fondamentale è stata la sinergia creatasi con i giurati, che conoscevano la
Gli oltre 100 progetti candidati, sono stati preselezionati da un comitato costituito in parte da membri della Fondazione Romano Cagnoni e in parte del Photolux Festival. I lavori selezionati, sono stati visionati dalla giuria internazionale di esperti, composta da: Martina Bacigalupo – 6MOIS, Elena Boille – Internazionale, Daria Bonera – DB Agency/CESURA, Patricia Franceschetti Cagnoni – Fondazione Romano Cagnoni, Jim Casper – LensCulture, Manuel Rivera-Ortiz – The Manuel Rivera-Ortiz Foundation, Moshe Rosenzveig – Head On Photo Festival.
Guerre e conflitti ad alta o bassa intensità – e quanto ne consegue o contribuisce a crearli – fanno purtroppo parte del lavoro dei fotogiornalisti. Il Premio sostiene la profondità di queste ricerche. In copertina: Nicolò Filippo Rosso e, sotto, un ‘immagine del lavoro di Mary Gelman e una di Lorenzo Tugnoli