Poiché molti dei profughi sequestrati sulla nave Diciotti – all’ancora al porto di Catania ma senza permesso di sbarco per i suoi passeggeri – provengono dall’Eritrea, molti tra lor potrebbero essere obiettori di coscienza, renitenti alla leva o disertori che fuggono da un Paese dove il servizio militare è obbligatorio a tempo indeterminato, per uomini e donne, e inizia nei due anni finali della scuola superiore. Lo sostiene un comunicato del Movimento Nonviolento che aggiunge: “L’Unione Europea riconosce il diritto all’obiezione di coscienza, e la Costituzione italiana riconosce il diritto d’asilo per casi come questi. Quindi – continua il MnV – quei giovani hanno fatto bene a fuggire, ed hanno tutto il diritto ad essere accolti e tutelati”. Obiezione e renitenza sono in Eritrea crimini gravissimi punti con pene altrettanto severe: l’associazione cita casi di obiettori rinchiusi in campi militari addirittura da 24 anni.
Il ministro dell’Interno – continua la nota – “ha dichiarato che sulla Diciotti ci sono tutti immigrati illegali” mente, non può saperlo. Sono 150 persone, maschi e femmine. Ogni singola posizione va valutata attentamente. Se qualcuno di loro, proveniente dall’Eritrea, si dichiara obiettore di coscienza al servizio miliare“, fuggito per evitare il carcere a tempo indeterminato, rientra in ciò che è previsto dal terzo comma dell’articolo 10 della Costituzione italiana (lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica)”.
Il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza al servizio
militare inoltre – conclude la nota – “è uno dei fondamenti dell’Unione Europea. Un obiettore di coscienza perseguitato nel proprio paese che si presenta al porto di Catania, in Europa, ha il diritto ad essere accolto e vedersi riconosciuto il diritto d’asilo. Ad essere illegali non sono i 150 profughi della Diciotti, ma il ministro che siede al Viminale”.