La vicenda delle cartucce della ditta franco italiana Cheddite, ritrovate nel 2021 nel teatro birmano e nei giorni scorsi sulle strade iraniane della protesta per la morte di Masha Amini, smuove il Parlamento italiano e le associazioni che già dal caso birmano chiesero chiarimenti su cartucce da caccia per dare la caccia agli animali usate di fatto per dare la
In una lettera firmata da Amnesty Italia, Italia Birmania Insieme, Opal, Rete Pace Disarmo e Atlante delle guerre, chiedono alla società franco italiana “delucidazioni riguardo al ritrovamento e all’utilizzo di cartucce per fucili a marchio Cheddite nell’ambito della repressione delle proteste in Iran, scoppiate in seguito alla morte della ventiduenne Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre scorso, e sedate nel sangue dalle autorità iraniane”. La lettera è rivolta all’amministratore della società, Andrea Andreani.
Un’altra lettera dalle stesse organizzazioni è stata invece indirizzata ieri a tre ministeri italiani: all’attenzione del Ministro Antonio Tajani (Esteri), del Ministro Matteo Piantedosi (Interno) e al Ministro Guido Crosetto (Difesa). “Una delle cartucce immortalate nelle fotografie in questione (divulgate da France24 ndr) mostra chiaramente – si
Nella lettera si ricorda infatti che “Come già emerso in occasione delle precedenti inchieste sull’utilizzo di munizioni Cheddite nell’ambito della repressione delle proteste scoppiate in Myanmar/Birmania a seguito del colpo di stato militare del 1° febbraio 2021, anche in questo caso poterebbe sussistere un coinvolgimento della società turca Yavaşçalar YAF, un marchio della società turca Zsr Patlayici Sanayi A.S., che utilizza proiettili di gomma con componenti di munizioni prodotte dalla società Cheddite S.r.l.”
(Red/Int)
In copertina fondelli calibro12 dal sito della Cheddite di Livorno. Nel testo immagini pubblicate da France24