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Senegal

Il Senegal è stato spesso lodato all’estero come un faro di stabilità nel Continente africano, con una notevole mancanza di colpi di Stato militari e una storia di transizioni presidenziali pacifiche. Ma la sua reputazione è a rischio. Uno sguardo più approfondito sulla vita politica del Paese mostra che l’immagine del Senegal come pilastro della stabilità e della democrazia è stata costruita su un terreno traballante. Negli ultimi anni, i procedimenti giudiziari a sfondo politico contro i leader dell’opposizione e le modifiche alle leggi elettorali hanno ridotto la competitività del sistema politico. Nel 2022, le proteste che hanno preceduto le elezioni legislative tenutesi a luglio sono state caratterizzate da arresti arbitrari e da una brutale repressione del dissenso che ha prodotto vittime. La popolazione era scesa in piazza per manifestare contro la decisione del Consiglio costituzionale di escludere dalla competizione la lista dei candidati favoriti della principale coalizione di opposizione. Il tutto ha avuto un impatto nella performance elettorale del partito del Presidente Macky Sall, che ha perso la maggioranza in Parlamento. Proteste simili a quelle dell’estate 2022 erano scoppiate anche a marzo 2021, quando il leader dell’opposizione Ousmane Sonko era stato arrestato per accuse di stupro. Il candidato aveva negato le accuse, definendo il suo arresto politicamente motivato, e chi è sceso in piazza per dimostrargli solidarietà aveva dovuto fare i conti con la violenza delle forze di sicurezza, che ha prodotto circa 14 vittime e 590 feriti. Inaspettata è stata anche la ripresa delle ostilità nella regione di Casamance, dove il Movimento delle Forze Democratiche della Casamance (Mfdc) lotta dal 1982 per ottenere l’indipendenza. Le ostilità erano diminuite dall’accordo di cessate-il-fuoco raggiunto nel 2012. A marzo 2022, le autorità senegalesi hanno lanciato una nuova offensiva militare contro il movimento separatista con l’obiettivo di “distruggere i gruppi armati che conducono attività criminali nell’Area” e “preservare a ogni costo l’integrità del territorio nazionale”. L’offensiva sembra essere stata scatenata dalla morte di quattro soldati senegalesi e dalla cattura di altri sette da parte dei combattenti dell’Mfdc in occasione di uno scontro tra le due parti nella zona di confine con il Gambia. Gli ultimi combattimenti hanno causato la fuga di oltre 6.000 abitanti dai villaggi, sia in Senegal che in Gambia. Un’altra minaccia ha poi messo a rischio la vita e i mezzi di sostentamento di buona parte della popolazione senegalese.

Nel 2022 il Senegal, come altri Paesi della regione dell’Africa occidentale e centrale, ha registrato precipitazioni superiori alla norma che hanno dimostrato il fallimento dei sistemi di drenaggio, scatenando inondazioni distruttive. Le piogge torrenziali che si sono abbattute sul Paese hanno determinato un aumento del livello dell’acqua nel lago Retba, che ha spazzato via i cumuli di sale raccolti dalla popolazione circostante. Il Lago, uno dei siti più visitati del Paese, è conosciuto per la tonalità rosa e l’alto contenuto di sale delle sue acque. Circa 3.000 persone si guadagnano da vivere grazie a esso. Definito una miniera di sale a cielo aperto, dal Lago dipende la produzione annua di circa 380 tonnellate di sale, che viene esportato in tutta la Regione e utilizzato per cucinare. Se i livelli del bacino continuano a salire, il fragile ecosistema dell’Area cederà, con danni irreparabili per la vita e i mezzi di sostentamento della popolazione locale.

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