Guinea, i primi passi dei golpisti

Il tenente colonnello Mamady Doumbouya promette un governo di unità mentre rassicura gli investitori di minerali. Cina e Russia in primis

I golpisti in Guinea si preparano ad organizzare il potere. Dopo Mali e Ciad, anche la Guinea, domenica 5 settembre, ha avuto il suo colpo di stato il golpe, guidato dal tenente colonnello Mamady Doumbouya.

Il presidente in carica, Alpha Conde, è stato arrestato. La Costituzione è stata dichiarata illegale, è stato instaurato il coprifuoco, il governo sciolto e i governatori e altri alti amministratori sono stati sostituiti dai militari.

Da anni il presidente 83enne era sotto accusa per presunto autoritarismo. Era stato eletto, per la terza volta, lo scorso anno dopo un’elezione violentemente contestata e una riforma costituzionale altrettanto discussa. Conde era stato eletto nel 2010 come primo presidente democratico della Guinea. Le proteste contro Conde avevano portato in piazza migliaia di persone, provocato almeno 92 morti e l’arresto di molti attivisti dell’opposizione.

I primi passi dei golpisti

Il giorno successivo al golpe il tenente colonnello Mamady Doumbouya, ha promesso di istituire un governo di unità per sovrintendere a un periodo di transizione e ha promesso che non ci sarà nessuna “caccia alle streghe” contro il precedente governo. I golpisti hanno diffuso lunedì un comunicato in cui sollecitavano il ministero della giustizia ad accelerare il rilascio dei “detenuti politici”. Martedì Doumbouya ha twittato la sua intenzione di tenere colloqui sulla formazione di un nuovo governo. “Il governo da insediare sarà quello di unità nazionale e assicurerà questa transizione politica”.

Condanne internazionali

Il golpe e l’arresto di Conde hanno scatenato la condanna internazionale, in primis di Stati Uniti, Unione Europea, Unione Africana e del blocco dell’Africa occidentale Ecowas. Ecowas ha svolto infatti un vertice straordinario virtuale per discutere della crisi nella giornata di ieri e, attraverso il suo presidente ad interim, il leader del Ghana Nana Akufo-Addo, ha minacciato sanzioni se l’ordine costituzionale della Guinea non fosse stato ripristinato.

Il nodo minerali

Nonostante i 13 milioni di abitanti siano tra i più poveri del mondo, la Guinea è un territorio ricco di minerali, in particolare di bauxite e di oro e diamanti. Il Paese africano è il secondo esportatore di bauxite dopo l’Australia. A causa dei disordini politici, l’alluminio è salito al livello più alto in più di un decennio. Secondo Bloomberg i prezzi a Londra hanno raggiunto un nuovo massimo da 10 anni e i futures in Cina sono saliti ai massimi dal 2006.

La Guinea rappresenta oltre la metà di tutte le importazioni cinesi. Aluminium Corporation of China, il più grande produttore e che ha un progetto di bauxite in Guinea, ha affermato che tutte le sue operazioni sono normali e ha ampie scorte di bauxite nei suoi stabilimenti in Cina.

Forti anche gli interessi russi sulla bauxite della Guinea, visto che anche gigante russo dell’alluminio Rusal è presente nel Paese. La Russia ha anche affermato di voler ripristinare le istituzioni guineane “il prima possibile”. “Ci aspettiamo in ogni caso che gli interessi dei nostri uomini d’affari… non saranno toccati”, ha detto un portavoce del Cremlino.

Proprio per rassicurare gli investitori minerari, il giorno dopo la presa del potere, il tenente colonnello Mamady Doumbouya ha affermato che il Paese avrebbe onorato i suoi impegni commerciali e che sia “i partner economici e finanziari che le attività nel Paese continuano normalmente”.

*In copertina un fermoimmagine di un video di AfricaNews 

di Red/Al.Pi.

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