I droni di Pyongyang tornano in Corea del Sud

Per la prima volta dal 2017 cinque velivoli hanno attraversato Seoul e altre città in un clima di tensione crescente tra i due Paesi

Droni nordcoreani sono entrati lunedì 26 dicembre nello spazio aereo della Corea del Sud per la prima volta dal 2017. I cinque velivoli, avvistati per la prima volta sopra la città nord-occidentale di Gimpo, ma che hanno sorvolato diverse città sudcoreane, inclusa la capitale Seoul, hanno spinto la Corea del Sud a far decollare aerei da combattimento per cercare di abbatterli.

“L’incidente – ha detto il presidente Yoon Suk-yeol durante una riunione di gabinetto convocata ad hoc- ha mostrato una sostanziale mancanza di preparazione e addestramento dei nostri militari negli ultimi anni e ha chiaramente confermato la necessità di una maggiore prontezza e addestramento”.

L’esercito di Seoul non è infatti riuscito ad abbattere i droni. Il Presidente ha poi affermato che il Paese creerà un’unità militare specializzata in droni, come risposta alla recente incursione. L’incidente è solo l’ultima intrusione nello spazio aereo da parte di veicoli aerei senza equipaggio del Nord. Altri episodi erano avvenuti nel 2014 e nel 2017, quando un drone che si credeva fosse in missione di spionaggio si è schiantato ed è stato trovato su una montagna vicino al confine.

Analisti, citati da Al Jazeera, hanno affermato che i droni potrebbero essere troppo piccoli e primitivi per condurre missioni di ricognizione complete, ma potrebbero essere sufficienti per trasportare un’arma o interrompere l’attività dell’aviazione. Ma nelle ‘prove di forza’ di Pyongyang non ci sono solo i droni. Nelle ultime settimane, la Corea del Nord ha infatti testato una raffica di missili che hanno suscitato preoccupazione in Corea del Sud, Giappone e tra i loro alleati occidentali. Nella giornata di venerdì 23 dicembre, per rispondere a un’esercitazione aerea congiunta di Corea del Sud e Stati Uniti, ha inoltre lanciato due missili balistici a corto raggio.

*In copertina un fermoimmagine di un video di Al Jazeera

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