I migranti, gli Usa, e i Cartelli al centro della storia

I Paesi di transito, come Panama e Messico, sono sottoposti a una crescente pressione da parte di Washington perché trattengano sul loro territorio, o espellano verso le nazioni di origine chi cerca di raggiungere l'America

di Maurizio Sacchi

Panama ha espulso 29 colombiani con precedenti penali che erano entrati nel Paese dalla foresta del Darien, col primo volo in direzione di Bogotà, applicando l’accordo finanziato dagli Stati Uniti a luglio. Washington ha promesso un finanziamento di 6 milioni di dollari per i rimpatri dei migranti dalla nazione centroamericana, nella speranza di ridurre gli attraversamenti irregolari al proprio confine meridionale. Altri voli sono già pronti a partire, per primi saranno espulsi i migranti con precedenti penali, ma l’accordo potrebbe prevedere la deportazione di chiunque entri a Panama attraverso la regione del Darien.

L’anno scorso più di mezzo milione di migranti – per lo più venezuelani – ha attraversato il Darien. Nessuno di questi avrebbe potuto richiedere un regolare permesso di immigrazione dagli Stati uniti, essendo fuggiti e tecnicamente “rifugiati”. I Paesi di transito, come Panama e Messico, sono sottoposti a una crescente pressione da parte di Washington perché trattengano sul loro territorio, o espellano verso i Paesi di origine i migranti. Questo fenomeno è ora al centro dell’attenzione mondiale, perché l’atteggiamento da tenere da parte statunitense nei confronti di migranti è nel cuore del dibattito politico fra i due candidati Trump e Harris alla presidenza.

L’ idea di Trump é nota: terminare il muro ai confini col Messico, per frenare l’afflusso dei migranti, restringere le misure per l’immigrazione, e espellere tutti i latini sul territorio degli Stati uniti, che no rispondano alle stringenti caratteristiche che ha in mente. Da parte democratica, pur sapendo che questo può danneggiarli nelle prossime elezioni, si é scelto di prendere il cammino opposto. Ma anche adessoè un cammino pieno di ostacoli.  Un giudice federale del Texas ha messo in pausa una politica dell’Amministrazione Biden che darebbe ai coniugi di cittadini statunitensi uno status legale senza dover prima lasciare il Paese, causando una battuta d’arresto almeno temporanea a una delle più grandi azioni presidenziali volte a facilitare un percorso verso la cittadinanza da anni. La sospensione emessa dal giudice distrettuale degli Stati Uniti J. Campbell Barker arriva pochi giorni dopo che 16 Stati, guidati da procuratori generali repubblicani, hanno contestato il programma di cui potrebbero beneficiare circa 500.000 immigrati nel Paese, più circa 50.000 dei loro figli.  La misura di Biden offre ai coniugi di cittadini statunitensi privi di status legale un percorso verso la cittadinanza , richiedendo una carta verde e rimanendo negli Stati Uniti durante il processo, mentre le regole precedenti prevedono un’attesa di anni al di fuori degli Stati Uniti, causando quella che i sostenitori equiparano alla “separazione familiare”. Il Texas afferma di aver dovuto pagare decine di milioni di dollari all’anno, dall’assistenza sanitaria alle forze dell’ordine, a causa degli immigrati che vivono nello Stato senza uno status legale.

Ma resta centrale nella politica degli Usa -che sono in realtà l’unica meta di questa enorme massa di migranti- la strategia che vorrebbe trattenere la gran parte di loro nei Paesi di transito. Il Messico di Lopez Obrador, ad esempio, ha istituito una nuova Guardia Nacional, che avrebbe come compito principale quella di intercettare i migranti, e di inserirli in un programma di inserimento temporaneo sul territorio, in attesa del processo di richiesta di ingesso legale negli Usa. Ma, nella realtà dei fatti, anche questo nuovo organismo si è rivelato l’ennesimo corpo corrotto, dedito soprattutto a taglieggiare i migranti, e a violarne i più elementari diritti umani. Non si tratta solo di un altro fenomeno di corruzione,legato come é al crescente strapotere dei cartelli mafiosi che spadroneggiano in Messico.

Il traffico di migranti é infatti un’altra delle fonti di reddito dei cartelli mafiosi. Non è facile quantificare economicamente il peso di questo business in rapporto alle entrate degli stupefacenti, data la natura illegale e occulta di entrambi. Ma dal transito dall’inferno verde del Darien, fino ai “coyote” che portano i migranti nell’ultimo tratto dell’odissea, alle sponde del Rio Bravo, la sorte dei migranti é in mano ai cartelli. Che sono, sempre più, protagonisti non solo della storia criminale, ma anche di quella politica, economica e sciale, di tutte le Americhe.

Nell’immagine da wikipedia, un tratto del muro fra Usa e Messico

 

Tags:

Ads

You May Also Like

Siria, i numeri della catastrofe nel Rapporto dell’Unrwa

Numeri e dati per monitare l’impatto disastroso della guerra sulla societa’ e sull’economia della ...

Buon compleanno Unimondo!

Compie 23 anni il quotidiano che il 10 dicembre 1998, per iniziativa della Fondazione Fontana Onlus, ha deciso di puntare tutto su internet

Oggi, nella Giornata ONU per i diritti umani, Unimondo compie 23 anni, un traguardo ...

Eisbolè, il corto su immigrazione a conflitti

Continua la grande marcia itinerante di Eisbolè, il progetto teatrale di Fa.R.M., Atlante delle ...