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di Lucia Michelini
Il Mali è uno dei paesi più poveri dell’Africa sub-sahariana. Giusto per avere un’idea delle condizioni di vita degli abitanti di questo Paese, basta considerare che un insegnante di un liceo privato non guadagna neanche 200.000 fcfa (circa 300 euro) e la percentuale di popolazione che vive in una bidonville in ambito urbano è pari al 47% (Banca Mondiale, 2018). La mancanza di lavoro, l’instabilità politica e l’insicurezza, spingono molti giovani a partire. M. Konate, giovane maliano di 25 anni, ci accoglie nel cortile della sua casa. Accanto a lui una donna sta lavando dei panni e una pentola fumante avvisa che è quasi ora di pranzo. Un rivolo d’acqua scura attraversa il cortile, lasciando dietro di sé un odore pesante. Siamo in un quartiere popolare di Bamako, capitale del Mali, e Mohamed è un giovane che dopo aver tentato la via per l’Europa passando per la Libia, dopo molte disavventure ha deciso di fare ritorno a casa. Il ragazzo ci parla della sua storia, in quanto migrante e in quanto rimpatriato volontario: Leggi tutto su Unimondo
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In copertina: la capitale del Mali Bamako di notte
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