Mentre Delhi respinge al mittente l’olivo offerto dal Pakistan, che ha chiesto di partecipare all’indagine sulla strage in Kashmir di paramilitari indiani uccisi da un’autobomba una settimana fa, interviene l’Onu cercando di fermare l’escalation di tensione tra i due Paesi asiatici. Esprimendo profonda preoccupazione per l’aumento della tensioni tra India e Pakistan, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto a entrambe le parti di esercitare la massima moderazione e ha offerto i suoi “buoni uffici” per spegnere la crisi.
Dopo la strage dei paramilitari, Islamabad si è offerta di
Sotto accusa per l’attentato c’è il gruppo Jaish-e-Mohammad (JeM) e il suo leader Masood Azhar che in Pakistan sono ufficialmente fuori legge del 2002 ma che secondo Delhi continuano ad avere lì le loro basi protette da Islamabad. JeM, che ha rivendicato l’attacco, è nella lista nera dei gruppi terroristici di Australia, Canada, India, Russia, UAE, Regno Unito, Usa, e dal gruppo dei BRICS.
In copertina un’immagine tratta dal sito ufficiale dell’esercito indiano (Red/T.G.)
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