di Andrea Tomasi
Gli iraniani non ci stanno a fare la parte dei cattivi. Nel “film”, che racconta del fallimento dell’accordo sull’utilizzo dell’energia nucleare (parliamo del ritiro americano dal Joint comprehensive plan of action), i ruoli dovrebbero essere riassegnati. Gli Stati Uniti si sono sfilati. E questa decisione rischia di destabilizzare il governo di Teheran. Paradossalmente, con questa retromarcia, l’amministrazione Trump rischia di innescare meccanismi molto pericolosi. A dirlo ai microfoni di CARAVAN è Marina Forti (nella foto), giornalista freelance, collaboratrice di Reset e della rivista Internazionale.
La retromarcia innescata dal presidente repubblicano rappresenterebbe un danno per gli equilibri internazionali e soprattutto un regalo ai falchi e alle correnti oltranziste del governo iraniano, racconta l’esperta. Si tratta di componenti che ora possono dire: «Ve lo avevamo detto. Non ci si può fidare degli americani».
Quello iraniano è un popolo orgoglioso. Il governo aveva fatto dei passi indietro in materia di atomica, aveva dato segnali di apertura. Teheran aveva cercato di riportare un’atmosfera di libertà interne. Ora – dice Forti – l’equilibrio è saltato.
Sarà fondamentale il ruolo giocato dall’Europa. L’iran ha detto che continuerà a rispettare l’accordo se gli europei resteranno in campo in questa partita. Ma l’Europa ha la forza e l’autonomia necessaria per andare avanti nonostante la posizione presa dal Paese a stelle e striscie?
ASCOLTA l’intervista integrale di Marina Forti: