Iran e Russia, se l’amicizia è pericolosa

di Ilario Pedrini

L’amicizia è una cosa seria. Quando si tratta di «amicizia» tra Stati può diventare serissima. Nello scenario della guerra in Siria, l’Iran ha concesso l’uso di una sua base ai bombardieri di Mosca per i raid sul territorio siriano. È una decisione importante, un punto di svolta. L’annuncio – scrive l’Ansa – è stato fatto dai due governi «quasi simultaneamente, mentre cominciavano i bombardamenti su tre province siriane: Deyr az Zor, Idlib e Aleppo». Obiettivi dichiarati: le postazioni dell’Isis e del Fronte al Nusra, che ora si chiama «Fath al Sham». Fonti americane hanno fatto sapere all’Associated Press «che i bombardieri hanno poi fatto ritorno in Russia e quindi non si può parlare di un dispiegamento stabile dell’aviazione di Mosca nella Repubblica islamica». Il portavoce americao a Baghdad – il colonnello Christopher Garver – ha detto che «i russi hanno avvisato la coalizione internazionale prima che cominciasse l’operazione, al fine di evitare incidenti con aerei statunitensi sui cieli iracheni e siriani». «Per quanto riguarda i bombardieri russi, l’ammiraglio russo Vladimir Komoedov, che presiede la commissione Difesa del Parlamento, ha detto che la decisione è stata presa perché la minore distanza tra l’Iran e la Siria consente notevoli risparmi anche economici rispetto all’impiego fatto finora delle basi nel sud della Russia. Ma la decisione potrebbe significare un’intensificazione dei bombardamenti in Siria». Martedì 16 agosto sono stati fatti dei raid sui quartieri di Aleppo nelle mani degli insorti, compreso proprio Fath al Sham. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) parla di un bilancio di almeno 20 civili uccisi. «La stessa organizzazione – scrive Alberto Zanconato dell’Ansa – parla di altri 9 civili morti nei bombardamenti nella provincia di Deyr az Zor e tre bambini uccisi in quella di Idlib». La cosa «interessante» è che non si sa se autori dei bombardamenti siano piloti militari siriani o russi. La notizia dell’uso di una base nei pressi di Hamadan, nell’ovest dell’Iran, da parte dei bombardieri russi Tupolev Tu-22 e Sukhoi Su-34 è venuta dopo che, a Ferragosto, «il ministro della Difesa di Mosca Serghiei Shoigu, aveva parlato di una intesa vicina con gli Stati Uniti per fare cessare i combattimenti ad Aleppo. Ma le reazioni americane sono state fredde. La portavoce del Dipartimento di Stato Elizabeth Trudeau ha sottolineato che al momento «non c’è niente da annunciare». Sul fronte turco intanto si registra «nervosismo per l’avvicinarsi alla sua frontiera della coalizione a predominanza curda che nei giorni scorsi ha strappato all’Isis la città di Manbij, nel nord della Siria, con il sostegno degli Usa». Human Rights Watch ha accusato le forze siriane e russe di aver fatto uso (almeno per 18 volte nelle ultime sei settimane), violando le leggi internazionali, di armi incendiarie, che provocano ustioni e ferite strazianti.

http://www.ap.org/

http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2016/08/01/iran-oltre-miti-di-un-cronista-a-teheran_60285eb7-5472-4320-a321-b9a3ebcf2aa1.html

https://www.hrw.org/it

foto tratta da aurorasito.wordpress.com

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