La crisi finanziaria turca e il nemico Usa

La divisa di Ankara crolla e risale. I cittadini sono sempre più poveri, in una giostra politico-economica fatta di attacchi e vendette. Cosa sta succedendo e le contromisure di Erdogan, impegnato in un braccio di ferro con Donald Trump

di Ilario Pedrini

La lira turca crolla ed Erdogan reagisce. La crisi finanziaria turca ha affondato i listini europei che hanno aperto la settimana di scambi in profondo rosso. La moneta ha aggiornato i record negativi della settimana ed è scesa del 5,9% sopra quota 7 sul dollaro a 7,2149. Da inizio mese ha perso il 40%.  L’impatto sulle Borse delle tensioni turche è stato negativo. La Borsa di Tokyo ha chiuso in deciso calo con il Nikkei a -1,98%, appesantito anche dal netto rafforzamento dello yen.

Tutti a vendere, temendo l’effetto contagio. La Banca Mondiale rassicura che verrà data stabilità economica e finanziaria con liquidità per le banche. E i turchi finiscono sulle montagne russe, con la loro moneta che prima cade e poi risale. La lira turca (scriviamo alla vigilia di Ferragosto) ha recuperato terreno dopo l’ennesimo minimo storico segnato sul dollaro, con il cambio in rialzo del 6%. 
La Procura di Istanbul “ha aperto un’indagine su individui sospettati di essere coinvolti in azioni che minacciano la sicurezza economica della Turchia” (fonte Agi). L’ufficio del pubblico ministero ha parlato di un “attacco economico”. E ora sono attese azioni legali contro “false notizie”ritenute funzionali all’obiettivo di questo attacco”.  
L’Authority turca delle finanze sta indagando sulle “fake news” tese a creare panico e aumentare l’incertezza.  In un comunicato della Procura di Istanbul si legge: “Il diritto penale e il diritto bancario ci consentono di perseguire coloro che pongono in essere azioni che minacciano la sicurezza economica del Paese, attraverso la manipolazione della realtà diffusa via media e social media: azioni che fanno parte di un più ampio attacco che la Turchia sta subendo, un attacco che, dopo il golpe del 2016, torna a mettere a repentaglio la pace sociale e la sicurezza economica del nostro Paese”.
Da Ankara il presidente reagisce a modo suo, sferrando un contrattacco politico-economico agli Stati Uniti.
 Ascolta cosa dice Erdogan. CLICCA sulla foto qui sotto:
 
Donald Trump negli scorsi giorni, infatti, ha gettato nuova benzina sul fuoco. Con un tweet pesantissimo ha annunciato l’aumento dei dazi sui metalli esportati in Turchia, “colpendo così – fa notare il Manifesto – l’unico punto positivo del deprezzamento della lira turca: la maggior competitività di esportazione”. Insomma al nemico che annaspa, gli Usa non lanciano una ciambella. Invece gli riempiono le tasche di piombino per metterlo ancora più in difficoltà. È una battaglia che non è mai finita, quella tra Washington ed Ankara. E ora si gioca, più che in passato, sul piano economico-finanziario.
Tra le ragioni dello scontro c’è anche la questione del pastore Andrew Brunson, in stato di arresto da oltre un anno. I turchi lo considerano collegato al tentato golpe del 2016. Per gli statunitensi è invece la vittima di un complotto giudiziario. “Le parti si sono incontrate più volte, ma la politica di scambio dei prigionieri intrapresa da Ankara, che vuole l’estradizione dell’imam Fetullah Gülen, non ha funzionato. Anzi, il passaggio di Brunson dal carcere ai domiciliari ha fatto infuriare ancora di più la Casa Bianca, che per la prima volta ha introdotto sanzioni economiche contro un Paese Nato”.
I cittadini turchi sono sempre più poveri e per ora le esternazioni alla camomilla di Tayyip Erdogan non sembrano aver avuto alcun effetto. Il presidente ha ribadito che l’economia di Ankara è forte e continua ad attaccare gli Usa: “Da un lato siete con noi nella Nato e agite come un partner strategico, ma dall’altro cercate di pugnalare alle spalle un vostro partner strategico”. 
 
E ancora: “I fondamentali dell’economia turca sono forti”. Erdogan sta chiedendo aiuto all’amico Putin? Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov assicura che la Turchia non ha chiesto aiuto a Mosca per uscire dalla crisi. 
 
Come ricorda la stampa turca, ripresa dall’Huffinghton Post,  Erdogan ha annunciato che la Turchia boicotterà i prodotti elettronici americani. “Se loro hanno l’iPhone, dall’altra parte c’è Samsung”, ha detto il presidente in un discorso in tivù. “Abbiamo (anche) le nostre Venus e Vestel”, ha aggiunto riferendosi ai marchi di elettronica turchi. “In passato – ricorda HP – Erdogan è stato più volte fotografato con prodotti Apple, tra cui iPhone e iPad. Nel famoso discorso nella notte del fallito golpe di due anni fa. chiamò i cittadini in strada attraverso Facetime, un’app per iPhone”. 
 
Erdogan ha parlato di “terrore economico” indotto da cospiratori per danneggiare la Turchia diffondendo false notizie. Stati Uniti nel ruolo di burattinaio di una operazione antiturca, organizzata ad arte? Di sicuro la crisi valutaria c’è. Ha colpito il Paese e minaccia i mercati mondiali.
https://www.huffingtonpost.it/2018/08/14/la-lira-turca-rifiata-erdogan-annuncia-boicottaggio-prodotti-elettronici-usa_a_23501826/
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/08/13/spread-btp-bund-apre-a-270-punti_c9a531be-561c-4865-99cb-64ac57284d88.html
http://www.repubblica.it/economia/2018/08/13/news/borsa_13_agosto_2018-204000446/
https://ilmanifesto.it/tracollo-della-moneta-turca-erdogan-grida-al-complotto/
foto tratte da Cnn e The Guardian

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