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La democrazia è in pericolo

Foto di Mauricio Artieda su Unsplash

di Raffaele Crocco

Siamo in pericolo. È tempo di dirlo, senza allarmismi, ma con sano realismo. Si, siamo in pericolo. La democrazia italiana e le democrazie in genere lo sono. Lo sappiamo da tempo, ma ora i segni sono evidenti, palpabili e, purtroppo, sempre più concreti. Mettiamone in fila alcuni, in ordine di memoria, non di importanza.

Sono solo tre delle tante “bandiere rosse” d’allarme che si vedono. Potremmo aggiungere la riforma della giustizia, l’abbaiare televisivo di una sottosegretaria per impedire un dibattito, le continue querele ai giornalisti per metterli a tacere. Niente di buono, con un’opposizione che non presenta un progetto politico e sociale alternativo. Nulla di sensato se pensiamo che questo governo ci sta portando verso un “autoritarismo consensuale” (attenzione, lo è stato anche il fascismo per almeno due decenni), pur avendo un quarto dei voti dei potenziali elettori italiani, cioè 12milioni di voti su 48milioni di votanti. Andremo a sbattere contro un muro grazie ad una minoranza. In fondo, è vero: basta poca gente determinata ad uccidere una democrazia fondata sull’indifferenza.

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