dall’inviato Emanuele Giordana
Nairobi – L’Africa resta al centro delle preoccupazioni della comunità internazionali per i rischi connessi alla fame: Etiopia, Nigeria, Sud Sudan e Yemen in particolare restano al livello di allerta più elevato, scrive un rapporto congiunto Fao-Wfp. Nelle ultime valutazioni disponibili, racconta Hunger Hotspots, tutti questi Paesi avevano già mostrato che larghi segmenti della popolazione erano destinati a subire inedia o morte.
La mancanza di dati di valutazione aggiornati per l’Etiopia è uno dei principali crucci ma è largamente probabile che i livelli di insicurezza alimentare acuta siano aumentati e potrebbero aumentare ulteriormente oltre i
In Tigrai, una regione di circa sei milioni di persone che secondo le Nazioni Unite rimane in gran parte isolata, “le famiglie stanno esaurendo tutti i mezzi per sfamarsi, con tre quarti della popolazione che usa strategie estreme per sopravvivere”, commenta il rapporto del Wfp. L’altra metà dei tigrini infatti non sta meglio: in termini generale l’83% dei tigrini combatte quotidianamento per il cibo e fa affidamento su un solo pasto al giorno. E’ uno degli elementi devastanti dovuto alla guerra tra Tigrai e Governo centrale. Da metà dicembre nessun camion con carichi di aiuti umanitari è entrato nella regione: negli ultimi sei mesi sono entrati 1.338 camion, che secondo Ocha (Onu) rappresentano solo il 10% delle forniture necessarie a soddisfare i bisogni umanitari.
Il rapporto Fao-Wfp ricorda anche che L’Afghanistan, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica Democratica del Congo, Haiti, l’Honduras, il Sudan e la Siria restano Paesi che destano particolare preoccupazione. Ciò è dovuto all’elevato numero di persone in condizioni di insicurezza alimentare critica: si prevede che l’Afghanistan, in particolare, dovrà affrontare un record di persone in condizione di insicurezza alimentare critica e vi è un serio rischio che parti della popolazione debbano affrontare l’inedia e la morte se la crisi non verrà contenuta. Come purtroppo largamente annunciato.
La foto di apertura riprende l’immagine di copertina del rapporto congiunto