I Paesi non allineati si sono incontrati a distanza in un summit dal titolo-slogan “Uniti contro il coronavirus”. Il diciottesimo vertice del Movimento dei Paesi non allineati (Mnoal) è stato organizzato lunedì 4 maggio dall’Azerbaigian, Presidente di turno dell’organizzazione fino al 2022. Il Movimento dei paesi non allineati
Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha ribadito che il Mnoal e le Nazioni Unite svolgono un ruolo importante nel porre fine alla pandemia e ai suoi effetti economici. Ha invitato a sfruttare la situazione per creare un mondo “in cui nessuno è lasciato indietro”. “Dobbiamo riconoscere – ha esortato Guterres – che non vi è stata sufficiente solidarietà con i paesi in via di sviluppo. Questi paesi hanno bisogno di molto sostegno per colmare le lacune esistenti nei loro sistemi e anche per affrontare le conseguenze economiche e sociali nelle loro società. Dobbiamo garantire che la risposta sia efficace contro il coronavirus”.
Il summit ha adottato una dichiarazione sulla solidarietà internazionale e annunciato la creazione di una task force per individuare nel dettaglio le esigenze dei singoli Paesi membri. Il Presidente mauritano, Mohamed Ould Cheikh el Ghazouany, ha invitato i Paesi non allineati a sostenere la proposta del G-5 Sahel di cancellare i debiti del continente africano, al fine di affrontare le ripercussioni dell’affermarsi del coronavirus.
Oltre alle questioni sanitarie collegate alla pandemia il summit è stata l’occasione per rimarcare alcune questioni irrisolte e lanciare alcuni affondi. Il Presidente algerino Abdelmadjid Tebboune nell’ambito del summit ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per porre fine “alle ostilità e alla violenza nel mondo”, in particolare in Yemen e in Libia, senza dimenticare “le terre che vivono nella colonizzazione”, ovvero “la Palestina e il Sahara Occidentale”. Anche nel contesto del Movimento di non allineati l’Algeria ha dimostrato di voler essere un attore centrale nel contesto regionale e internazionale, in controtendenza rispetto alla lunghissima presidenza di Abdelaziz Bouteflika che aveva optato per l’isolamento.
Oltre al dissidio legato ai rapporti tra Algeria e Marocco attorno alla questione del Sahara Occidentale c’è stato poi l’affondo agli Stati Uniti da parte dei Presidenti di Nicaragua, Iran e Cuba e che ha riguardato le questioni del narcotraffico nel Centro America, le sanzioni imposte all’Iran, e l’attacco all’ambasciata cubana a Washington del 30 aprile. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha osservato durante il summit che “l’esperienza globale nella lotta al Covid-19 ha mostrato quanto una malattia contagiosa possa minacciare tutti i Paesi del mondo, a prescindere da confini, nazionalità o razze, e mettere a rischio la salute di ogni persona nel mondo. Come altri Paesi, l’Iran sta cercando di garantirsi il proprio fabbisogno di medicine e strumenti in base alle esigenze sanitarie, ma a causa delle illegali sanzioni statunitensi le compagnie che li producono non possono offrire i loro prodotti all’Iran quando ne ha bisogno”.
Nel testo: Ilham Aliyev, presidente del Movimento non allineato al vertice virtuale “Uniti contro COVID-19” del 4 maggio. Sotto una storica foto dei fondatori del Movimento dei Non Allineati nel 1960. A uno dei suoi fondatori, il maresciallo Tito, abbiamo dedicato il 4 maggio una ricostruzione della sua biografia umana e politica
(Red/Al.Pi.)