Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan hanno raggiunto, dopo sette ore di colloqui, un accordo sulla Siria. In sostanza Russia e Turchia collaboreranno alla fine dell’esperienza del Rojava e alla fine del confederalismo democratico curdo attraverso un accordo raggiunto senza l’apporto di Stati Uniti ed Unione Europea.
L’intesa tra il presidente turco e quello russo ha stabilito alcuni punti di accordo che partono dall’impegno condiviso “di preservare l’unità politica e l’integrità territoriale della Siria e la protezione della sicurezza nazionale della Turchia e dalla determinazione delle parti a combattere il terrorismo in tutte le forme e manifestazioni e a interrompere le istanze separatiste nel territorio siriano”. L’intesa prevede pattugliamenti congiunti delle truppe turche e russe fino a 10 chilometri nel territorio siriano oltre il confine turco e stabilisce una tregua di 150 ore nel Nord per permettere il completo ritiro delle milizie curde dell’Unità di Protezione Popolare – Ypg da un’area di 32 chilometri all’interno del confine siriano.
L’accordo prevede poi che tutti gli elementi Ypg e le loro armi vengano rimossi da Manbij e Tal Rifat. Tra le altre cose, poi le parti “adotteranno le misure necessarie per prevenire le infiltrazioni di elementi terroristici” e saranno “avviati sforzi comuni per facilitare il ritorno dei rifugiati in modo sicuro e volontario”.