Le armi della Cina nella guerra dei dazi

Mentre Washington ondeggia Pechino si muove con una chiara linea di condotta

di Maurizio Sacchi

Nel quadro caotico del momento pare esistere un solo attore che si muove con una chiara linea di condotta: la Cina. Mentre Washington alterna con ritmo frenetico annunci drastici e pause nella guerra commerciale che ha lanciato, e l’Europa cerca faticosamente una politica condivisa, la Rpc sta rispondendo ai dazi con una serie di misure di efficaci immediata, mentre  ripete di ritenere il conflitto economico un errore, che non vedrà nessuno vincere, e che farà danno a tutti. 

Il 4 aprile, il governo cinese ha ordinato restrizioni all’esportazione di sei metalli pesanti estratti dalle terre rare, raffinati interamente in Cina, nonché di magneti in terre rare, ovvero il 90 percento della produzione mondiale. I metalli e i magneti speciali realizzati con essi possono ora essere spediti fuori dalla Cina solo con licenze di esportazione speciali. Si tratta di elementi essenziali per auto, droni, robot e missili, ora bloccati in molti porti cinesi mentre Pechino prepara un nuovo sistema normativo che dovrebbe impedire definitivamente l’export a una serie di aziende, tra cui gli appaltatori militari americani. Anche le auto a benzina utilizzano motori elettrici con magneti in terre rare per funzioni critiche come lil servosterzo. Questi metalli vengono utilizzati anche nei prodotti chimici per la produzione di motori a reazione, laser, fari per auto e alcune candele. E sono ingredienti vitali nei condensatori, componenti elettrici dei chip dei computer che alimentano i server di intelligenza artificiale e gli smartphone. Un blocco di fatto di questi elementi essenziali potrebbe letteralmente paralizzare il cuore dell’industria mondiale in breve tempo.

I rapporti con l’Europa

“Non ci sono vincitori in una guerra tariffaria e andare controcorrente rispetto al mondo significherebbe solo autoisolamento“, ha affermato il Presidente della Rpc Xi Jinping durante la visita a Pechino  del Primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez.  E ha aggiunto: ”La Cina ha sempre considerato l’UE come un pilastro di sostegno in un mondo multipolare”. L’UE e la Cina stanno lavorando per organizzare un vertice congiunto quest’anno, Un funzionario dell’UE ha confermato i piani martedì, dopo una telefonata tra il Presidente del Consiglio europeo António Costa e il Presidente cinese Xi Jinping. “Entrambe le parti hanno confermato l’importanza delle relazioni UE-Cina, concordando sul fatto che il 50° anniversario dei rapporti diplomatici potrebbe rappresentare una buona opportunità per un vertice UE-Cina di successo più avanti nel corso dell’anno”, ha affermato il funzionario dell’UE.”Ci stiamo coordinando con la Cina per fissare una data per l’incontro, che dovrebbe svolgersi in Cina nella seconda metà di luglio”, ha dichiarato un funzionario del Consiglio europeo. 

Questi rapporti hanno messo sul piede di guerra Trump, che ha avvertito gli europei di allinearsi alla linea più dura di Washington nei confronti di Pechino, altrimenti “ne subiranno le conseguenze”. L’Unione è quindi di fronte a un dilemma, mentre cerca di negoziare con un alleato imprevedibile come Washington per evitare i dazi e la necessità di diversificare i partner commerciali, fra i quali è certamente essenziale la Cina. Anche il punto più critico nelle relazioni Ue-Rpc. ovvero il sostegno alla Russia sul tema della guerra in Ucraina, potrebbe avere una svolta, se il piano di Trump di staccare la Russia dall’alleanza con l’Impero di mezzo, concepito proprio in chiave anti.cinese, avesse successo. A questo punto, Pechino e Bruxelles potrebbero trovarsi nella veste di alleati strategici naturali. Ma resta il dubbio che la “carta cinese” venga giocata dall’Europa più come un bluff per ottenere migliori condizioni dagli Usa, che come una reale opportunità.

I rapporti con l’Asean

Intanto, la Cina rafforza i suoi rapporti con i vicini asiatici dell’Asean. In quest’ottica va vista la visita di Xi in Vietnam, Malaysia e Cambogia, una risposta ai pesanti dazi imposti anche ad essi.  In Vietnam, ad esempio,  Xi ha avuto davanti circa 40 accordi, inclusi quelli che favorirebbero l’accettazione da parte del Vietnam di prestiti cinesi per una parte di una ferrovia da 8,3 miliardi di dollari che collegherà il Vietnam settentrionale con la Cina. La Cina è un mercato importante per i prodotti agricoli vietnamiti, mentre il Vietnam importa materie prime dalla Cina per molte fabbriche, trainando le esportazioni. Tra il 60 e il 90% delle materie prime per l’abbigliamento vietnamita destinato al mercato statunitense proviene dalla Cina. Pechino ha anche finanziato la ricostruzione di un’importante base navale in Cambogia, garantendo all’esercito cinese l’accesso a una delle rotte marittime più vitali al mondo. Durante la sua visita in Malaysia, Xi Jinping dovrebbe offrire il suo sostegno agli accordi esistenti per la costruzione di collegamenti ferroviari e porti nel Paese.

Nell’immagine da wikipedia, un’auto elettrica cinese

 

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