Libia. Tutti contro la sfida di Haftar

Il capo del Libyan National Army ha dichiarato  concluso l'accordo mediato dall'Onu nel 2015 per unire il Paese

“Qualsiasi tentativo di far avanzare una soluzione unilaterale, ancor più con la forza, non fornirà mai una soluzione sostenibile per il Paese. Tali tentativi non possono essere accettati”, ha detto un portavoce dell’Unione Europea dopo che il generale Khalifa Haftar a capo del Libyan National Army ha dichiarato lunedì di ritenere di avere un mandato popolare per governare il Paese e ha dichiarato concluso l’accordo mediato dalle Nazioni Unite del 2015, bollato  come “il passato”. Le sue truppe intantosono sempre pronte per prendere  la capitale.Per Haftar l’unica soluzione è militare.  L’accordo del 2015 resta invece per la Ue l’unico quadro da considerare per una “soluzione politica”.

L’annuncio di Haftar è stato fatto dopo due settimane  che le forze del governo con sede a Tripoli – e riconosciuto dalla comunità internazionale – hanno espulso le truppe fedeli al generale da diverse città chiave dell’Ovest del Paese. La mossa apre ora altri scenari, non solo militari (a destra nell’immagine il rais in divisa militare).

Non solo la Ue ha reagito ma tutte o quasi le potenze mondiali mentre il governo di Tripoli  ha accusato Haftar di voler fare un colpo di Stato contro la necessità di un cammino negoziale per “raggiungere una soluzione globale e permanente basata sul voto”. Anche gli Stati Uniti stigmatizzano la “dichiarazione unilaterale” di Haftar, mentre sarebbe necessaria invece – dice Washington – una tregua umanitaria visti i rischi innescati dal Covid-19 anche in Libia. Più articolata la posizione di Mosca: “Non abbiamo sostenuto Fayez al-Sarraj, che ha rifiutato di parlare con il maresciallo Haftar ma non sosteniamo l’affermazione secondo cui ora il maresciallo Haftar vuole decidere unilateralmente il modo di vivere del popolo libico”, ha commentato il capo della diplomazia di Mosca Lavrov.

Si teme sempre di più una spartizione del Paese, una cosa di fatto già avvenuta, e un’ennesima discesa nel caos del dossier libico, terreno di scontro non solo interno ma internazionale dove tutti, nessuno escluso, giocano la loro partita di Risiko internazionale. Ora molto dipende dalla volontà politica dei vari protettori delle fazioni e dai rapporti di forza militari sul terreno dove Haftar ha dovuto arretrare senza però decidere di lasciare.

In copertina una stampa del Regno di Tripoli nel 1707 ai tempi dell’Impero ottomano

(Red/Est)

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