L’ombra della crisi Ucraina

L'adesione alla Nato e il ruolo strategico di Kiev negli equilibri tra Russia, Europa e Stati Uniti. Il Nord Stream 2 e il vertice del 15 luglio Biden-Merkel

di Ambra Visentin

Un filo rosso collega il vertice tra Biden e Putin, la proposta di Merkel e Macron per un dialogo diretto Russia/UE “sovrana” e l’imminente incontro tra la Cancelliera tedesca e il Presidente USA: la situazione ucraina e la costruzione del Nord Stream 2. Durante l’incontro USA/Russia di Ginevra tuttavia, come sottolineato da diversi politologi come Sergey Radchenko, Professore di relazioni internazionali all’Università di Cardiff in un’intervista per Meduza, non solo non è stato raggiunto alcun risultato sugli accordi di Minsk, l’incontro avrebbe altresì rappresentato per il Presidente russo in primis un’occasione per migliorare la sua immagine: “Putin (…) è apparso sulla scena internazionale e gli occhi del mondo intero sono stati fissi su di lui per un giorno. Tutto questo gli è stato estremamente utile. È emerso come un leader mondiale. Penso che questo sia il risultato più importante di questo vertice”.

In vista delle legislative di settembre, un Vladimir Putin determinato a non scendere a compromessi avrà forse, internamente, un peso politico favorevole, ma esternamente rappresenta una presa di posizione che pregiudica un dialogo con l’UE. Come affermato dal politologo Alexander Morozov a Dozhd, la Russia si trova in un isolamento destinato a peggiorare in quanto “qualsiasi passo da parte dell’UE porta a un’escalation (…) il Cremlino è in uno stato agitato e reagisce allo stesso modo alle sanzioni e ai negoziati”. Ne è la conferma il veto di Stati Baltici e della Polonia alla proposta franco-tedesca di incontrare la Russia senza previa alcuna garanzia di concessioni da parte di quest’ultima.

Il fallimento del tentativo di trovare una soluzione alla situazione ucraina e, di riflesso, di assicurare un completamento della Nord Stream 2 senza impatto sulla sicurezza energetica del Paese e danni economici ingenti per esso, spinge Stati Uniti e Germania a cercare una strategia per aggirare il problema e dare sostegno a Kiev.
Secondo l’agenzia Bloomberg, il vertice USA/Germania del prossimo 15 luglio avrà fra gli obiettivi quello di discutere come rafforzare il settore energetico dell’Ucraina, compensare le tasse di transito del Paese dopo il lancio del gasdotto Nord Stream 2 ed assicurare così che la Russia non possa “usare l’energia come strumento coercitivo contro l’Ucraina o chiunque altro” riassume il Segretario di Stato Antony Blinken e afferma: “Siamo determinati a vedere se possiamo trarre qualcosa di positivo da una situazione difficile che abbiamo ereditato”.

Da mesi il Presidente ucraino Zelensky chiede di velocizzare il percorso di adesione alla NATO iniziato nel 2008, ritenendo che sia il modo migliore per scoraggiare ulteriori aggressioni da parte della Russia, ma neppure su questa questione il vertice tra Washington e Mosca sembra aver sortito alcun risultato. Il Presidente ucraino si è dichiarato pronto, se le trattative politiche non dovessero avere successo, ad intraprendere la strada della rinuncia al Donbass. “In questo modo (…) lancia il messaggio che se Germania, Francia, Russia non si accordano con l’Ucraina per l’attuazione degli accordi di Minsk, allora l’Ucraina è pronta ad abbandonare temporaneamente la politica del dialogo e a provare a congelare il conflitto”, spiega Ruslan Bortnik, direttore dell’Istituto ucraino di politica, ritenendo tuttavia improbabile un abbandono del “formato Normandia”.

Nonostante la situazione in Ucraina sia dunque un nodo cruciale nelle relazioni fra UE, Russia, Stati Uniti e il Paese rappresenti un’area di grande interesse strategico per la NATO in Europa orientale, Kiev sembra trovarsi in un difficile impasse, placcata dalle obiezioni della Russia da un lato e dal veto di una parte dei Paesi Alleati dall’altro.

In copertina: Kiev in uno scatto di Silver Ringvee

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