Mandato di cattura per Dodik

L'attuale Presidente dell'entità bosniaco-erzegovese Republika Srpska è accusato di condotta anti costituzionale

Il Presidente in attesa di arresto

di Edvard Cucek

Un mandato di cattura è stato emesso per Milorad Dodik, attuale Presidente dell’entità bosniaco-erzegovese Republika Srpska. Dopo numerose ipotesi, il provvedimento è adesso diventato realtà. A seguito di un breve processo al Tribunale di Sarajevo, Dodik potrebbe dunque essere arrestato. Il mandato di cattura, rilasciato  dalla procura della Bosnia-Erzegovina, giunge in un momento di forte tensione nel Paese. La situazione, già complessa a causa dello scontro politico tra Dodik e l’Alto Rappresentante delle Nazioni Unite per la Bosnia-Erzegovina, Christian Schmidt, si è ulteriormente aggravata con questa decisione giudiziaria. Milorad Dodik è accusato con altri due funzionari, di condotta anticostituzionale

Secondo Dodik, l’Alto Rappresentante sarebbe una figura illegittima, priva di qualsiasi diritto di influire sulla vita politica e istituzionale dei cittadini bosniaci, in particolare di quelli serbo-bosniaci. Il voto dell’Assemblea della Republika Srpska, avvenuto a fine dicembre dello scorso anno, ha sancito una mozione di sfiducia nei confronti di Schmidt, confermando la posizione ostile del Presidente della RS. Dodik ha inoltre deciso di pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Republika Srpska alcune decisioni dell’Assemblea popolare, precedentemente annullate dall’Alto Rappresentante poiché in contrasto con gli Accordi di Dayton. Come risposta, lo scorso 26 febbraio il Tribunale della Bosnia-Erzegovina lo ha condannato in primo grado a un anno di carcere, vietandogli anche di ricoprire qualsiasi carica pubblica per i prossimi sei anni.

Per dimostrare il proprio potere e inviare un messaggio chiaro a Schmidt, Dodik ha fatto votare e promulgare dall’Assemblea della Republika Srpska quattro nuove leggi che impediscono agli organismi giudiziari dello Stato bosniaco e alle forze di sicurezza nazionali di operare nella “sua Entità”. Tuttavia, l’applicazione di queste leggi è stata temporaneamente sospesa dalla Corte Costituzionale. Negli ultimi dieci anni, Dodik ha lavorato instancabilmente per la disgregazione e l’indebolimento dello Stato bosniaco, minacciando la secessione e rivendicando apertamente il diritto all’autodeterminazione, con l’obiettivo di unificare la Republika Srpska con la vicina Serbia. Convinto sostenitore di Vladimir Putin, Dodik si è sempre schierato in prima linea nel giustificare l’aggressione all’Ucraina, così come l’operato di Netanyahu nella Striscia di Gaza.

In copertina, Sarajevo con la strada che porta nella R Srpska

 

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