di Emanuele Giordana inviato nel Sudest asiatico
Prima di salire sull’aereo che lo ha portato ieri ad Abu Dahbi, prima tappa di un un tour che comprenderà Emirati Arabi Uniti, Turchia, Egitto, Qatar e Giordania, il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha detto che il suo governo è pronto ad accogliere circa mille palestinesi di Gaza. Si tratterebbe di un primo gruppo che comprenderebbe , in particolare, “feriti, traumatizzati e orfani. Siamo pronti – ha detto – a inviare aerei per trasportarli. Stimiamo che il numero sarà di mille persone per il primo gruppo”. Prabowo che è presidente dall’ottobre scorso non è in un momento facile e il suo primo mandato da capo di Stato è pieno di ostacoli ma l’uscita non sembra solo una questione di immagine, anche se è molto bravo a farsi benvolere dalle masse, quanto il desiderio di rilanciare il ruolo del suo Paese, la quarta democrazia mondiale in termini numerici che però, al tavolo dei grandi, non trova mai un posto.
Un po’ di prudenza comunque non guasta anche perché l’offerta di evacuare mille e forse più palestinesi potrebbe essere letta come un aiuto a chi si vuole sbarazzare di loro svotando Gaza del maggior numero di persone. Il presidente ha infatti chiarito che “la prima condizione è ottenere l’approvazione di tutte le parti” e ha aggiunto che i palestinesi rimarranno in Indonesia solo “temporaneamente” finché non si saranno ripresi. “Una volta che la situazione a Gaza sarà stabile – ha aggiunto – dovranno tornare”. L’agenzia di stampa nazionale Antara spiega che che Prabowo sarebbe stato sollecitato da diversi Paesi musulmani e che l’iniziativa mira a rispondere a che ha chiesto al suo Paese di assumere un ruolo più attivo, “facendo leva sul suo status di nazione non allineata e sulla sua posizione di Paese con la più grande popolazione musulmana al mondo”. Ma i palestinesi cosa diranno?
Il piano sarà comunque discusso col governo palestinese e su questo si attiverà il neo ministro degli Esteri Sugiono. Prabowo non ha però citato né l’Anp né Hamas (con cui non ha ufficialmente rapporti) e i termini utilizzati – “governo” o “controparte” palestinese – sono sembrati sufficientemente vaghi per non innescare polemiche. Anche in casa dove i gruppi islamisti radicali (con i quali Prabowo ha amoreggiato in passato) sono ancora attivi anche se con la mordacchia che è stata messa loro da diversi anni.
Che Giacarta abbia un buon rapporto coi palestinesi non è per altro una novità. L’ambasciata di Palestina esiste da decenni nella capitale indonesiana e, durante la guerra di Gaza, l’Indonesia ha fornito ai palestinesi della Striscia (Israele permettendo) cibo, attrezzature mediche, medicinali, vestiario e acqua pulita. Aiuti distribuiti attraverso l’Egitto, e tramite lanci aerei in collaborazione con la Giordana. Giacarta ha anche mandato una nave ospedale che attraccherà per diversi mesi in Egitto per curare i feriti di Gaza dove Giacarta mantiene un’équipe medica a Rafah, senza contare l’ospedale indonesiano nel Nord della Striscia dove collaborava coi due ospedali pubblici – Kamal Adwan e Beit Hanoon – ma che dagli inizi di gennaio non è più in grado di curare e accogliere pazienti, come ha affermato il ministero della Sanità di Gaza. Fin dall’inizio è stato per latro nel mirino dell’esercito di Israele sin da subito, accusato di ospitare miliziani di Hamas: il 20 novembre 2023 venne circondato e assediato e in seguito occupato e trasformato in una base militare Idf.
Prabowo sta passando comunque un momento difficile. La sua riforma dell’esercito che consente nuovamente ai militari di tornare a fare servizio nel settore pubblico e la sua iniziativa populista di pasti gratuiti agli studenti (sottraendo fondi a istruzione e ricerca) gli stanno fruttando contestazioni quasi quotidiane mentre l’economia sta perdendo colpi (la rupia in particolare) e i dazi di Trump stanno colpendo duro anche se a Giacarta sembra prevalere la carta della diplomazia. Cosa sarà della sua iniziativa è presto per dirlo. Damaso Feci, quasi trent’anni come responsabile dell’Unhcr in giro per il mondo, è tranchant: “Vedo bene che l’Indonesia è il più grande paese musulmano del pianeta ma ci sono profughi, soprattutto in Africa, che hanno più bisogno dei Palestinesi. Inoltre nessuno accetterà mai che la Striscia si svuoti facendo un regalo ai capricci di Donald Trump”.
Immagine di copertina tratta da wikipedia (cropped)