Dossier/ Rifugiati, le più gravi crisi al Mondo

Nel 2023 le persone costrette alla fuga hanno raggiunto nuovi livelli storici in tutto il mondo. Secondo quanto riportato nel Rapporto Global Trends del 2024 dell’Unhcr (Agenzia Onu per i Rifugiati) uscito nel mese di giugno, il numero complessivo di persone costrette alla fuga (che tocca i 120 milioni a maggio 2024) è in crescita per il dodicesimo anno consecutivo. La popolazione globale in fuga equivarrebbe a quella del dodicesimo Paese al mondo per ampiezza della popolazione, quasi come quella del Giappone.

L’anno scorso l’Unhcr ha risposto a un numero in netta crescita di crisi umanitarie nuove o in peggioramento, dichiarando 43 emergenze in 29 Paesi. Il più alto numero annuale di emergenze dichiarate degli ultimi dieci anni, quadruplicato nell’arco di soli tre anni. In questo dossier si riportano le crisi peggiori in corso dal punto di vista di sfollati interni e rifugiati.

*In copertina foto di Julie Ricard su Unsplash

Sudan, la più grande crisi di sfollamento al Mondo

Il Sudan è diventato la più grande e complessa crisi di sfollamento al mondo. Dall’aprile 2023, il Peaese è il campo di battaglia di un devastante conflitto tra le Forze Armate e le Forze di Supporto Rapido, che ha provocato una violenza dilagante e ha causato oltre 15.500 vittime. Questa crisi ha ha creato un contesto in cui circa la metà della popolazione sudanese (25 milioni di persone) hanno urgente bisogno di aiuti umanitari e protezione, oltre 18 milioni di persone affrontano una grave insicurezza alimentare e quasi 4 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta.

“Queste cifre -spiega la ong Intersos – non solo dimostrano che stiamo evidentemente affrontando una delle più grandi crisi umanitarie degli ultimi decenni, ma segnalano anche la necessità assoluta di un’assistenza umanitaria internazionale urgente e significativa per affrontare l’escalation della crisi e alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite”.

Il conflitto prolungato ha avuto ulteriori ripercussioni anche al di fuori dei confini nazionali. “Quando raggiungono i Paesi limitrofi – continua Intersos – i rifugiati sudanesi arrivano spesso in aree caratterizzate da una diffusa povertà o che hanno vissuto instabilità e conflitti. Questo afflusso crea molte difficoltà ai Paesi ospitanti, che stanno già cercando di soddisfare le proprie esigenze umanitarie e che ora sono sottoposti a un’immensa pressione per fornire servizi di base ai rifugiati e ai connazionali rientrati nel proprio Paese in condizioni di estrema vulnerabilità.

Gaza, Ucraina, Rdc e Somalia

Il Conflitto nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania ha avuto un prezzo devastante tra i civili palestinesi. La situazione umanitaria è terribile, con tutti i 2,2 milioni di abitanti che si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare e un’imminente minaccia di carestia. Oltre il 75% della popolazione è sfollato all’interno della Striscia di Gaza, alcuni sono stati costretti a fuggire più volte. Alla fine del 2023 c’erano 6 milioni di rifugiati palestinesi sotto il mandato dell’Unrwa, di cui 1,6 milioni nella Striscia di Gaza. 

Situazione diversa in Ucraina, dove l’esodo è continuato nel 2023, ma ad un ritmo più lento rispetto all’anno precedente. Le aree più soggette a nuovi sfollamenti sono state soprattutto le zone orientali e meridionali dove i combattimenti sono stati più intensi nel corso del 2023. Il numero di persone rimaste sfollate all’interno dell’Ucraina entro la fine dell’anno scorso è sceso a 3,7 milioni. Il numero di ucraini rifugiati e richiedenti asilo sono invece aumentati di 275.500 unità. Alla fine dell’anno, si stima che un sesto della popolazione ucraina prebellica era fuggita all’estero, mentre nuove stime indicano fino a 1,3 milioni sfollati interni. Almeno 324.600 dei rifugiati sono stati rimpatriati nel corso del 2023 ma rimane difficile quantificare accuratamente tali movimenti. Alla fine dell’anno erano rimasti in totale 9,7 milioni gli ucraini sfollati con la forza.

Altra situazione critica è quella della Repubblica Democratica del Congo, dopo che nelle regioni orientali sono ripresi i combattimenti. Nel corso dell’anno 3,8 milioni di persone sono stati i nuovi sfollati interni, mentre 1,8 milioni di sfollati interni si stima che siano tornati durante lo stesso periodo e 6,7 milioni di persone sono rimaste sfollate nel Paese alla fine del 2023.

Anche la Somalia ha continuato a sperimentare una persistente insicurezza nel 2023, nonché condizioni meteorologiche estreme, con inondazioni improvvise nell’aprile 2023, dopo cinque stagioni consecutive di pioggia fallite. Nel corso dell’anno sono stati sfollati 673.000 somali a causa del conflitto e altri 2 milioni sono i nuovi sfollati interni causati da disastri. In Somalia, quindi, 3,9 milioni di persone rimangono sfollati nel paese alla fine dell’anno e il numero di somali che hanno chiesto protezione internazionale è aumentato da 177.600 a 1 milione.

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