di Rita Cantalino
Secondo l’analisi di un gruppo di esperti in monitoraggio delle emissioni, i primi diciotto mesi di guerra in Ucraina hanno generato 150 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 e altri gas serra. Per rendere idea della portata del danno ambientale, è la stessa quantità che genera in un anno uno stato molto industrializzato come il Belgio. Nel calcolo sono incluse anche le emissioni generate dal sabotaggio del Nord Stream 1 e 2, per il quale non abbiamo ancora dati sulla quantità di gas dispersa.
Un quarto delle emissioni monitorate deriva direttamente dalle attività militari: utilizzo di carburante, di munizioni ed equipaggiamenti da guerra, costruzione di fortificazioni. La guerra ha portato distruzione sul territorio in diverse maniere. Una delle più rilevanti sono gli incendi boschivi: da soli hanno generato 22,2 milioni di tonnellate di Co2.
La chiusura dello spazio aereo della Russia in area siberiana e dell’Ucraina per il traffico commerciale e le deviazioni necessarie hanno allungato la percorrenza dei voli. La Co2 emessa dalle nuove tratte ammonta a circa 18 milioni di tonnellate. Gli attacchi russi hanno distrutto o danneggiato numerose infrastrutture civili: la loro riparazione pesa per il 36% delle emissioni.
Dossier/ Guerra alla Terra: l’impatto ambientale delle attività militari (1)
Dossier/ Guerra alla Terra: l’impatto ambientale delle attività militari (2)
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