di Rita Cantalino
Le attività militari comportano di per sé, come già mostrato in questa serie di dossier, gravi impatti ambientali. Abbiamo ampiamente affrontato il nebuloso ambito delle emissioni, i cui meccanismi di rendicontazione, già parziali, risultano ambigui. Le guerre hanno impatti climatici e ambientali molto gravi, come accaduto a Gaza e in Ucraina. Spesso, per altro, si tratta di danni causati in maniera volontaria e strategica, come quando gli Stati Uniti hanno diffuso erbicidi defolianti durante la guerra del Vietnam: una pratica dal discutibile valore strategico e dagli enormi impatti ambientali, che è divenuta un vero e proprio caso studio quando si parla di guerra ambientale.
Allo stesso modo abbiamo illustrato diversi casi in cui le basi militari generano danni all’ambiente e alla salute della popolazione circostante, come nel caso sardo, in quello della Nellis Air Force Base di Las Vegas e in molti altri ampiamente documentati dalla letteratura scientifica. La vegetazione compromessa dall’esistenza di un campo militare può impiegare fino a sessant’anni per essere ripristinata.
Dossier/ Guerra alla Terra: l’impatto ambientale delle attività militari (1)
Dossier/ Guerra alla Terra: l’impatto ambientale delle attività militari (2)
Dossier/ Guerra alla Terra: l’impatto ambientale delle attività militari (3)
Dossier/ Guerra alla Terra: l’impatto ambientale delle attività militari (4)