di Linda Maggiori
Prosegue il nostro dossier sui fornitori di armi, raggiungendo il centro Italia (Toscana, Lazio, Umbria, Marche): anche in queste Regioni, piccole e medie aziende vengono risucchiate nel business della guerra. Il piano di riarmo da 800 miliardi di euro annunciato dalla Commissione Ue alimenta e spinge l’acceleratore sulla produzione di armi, munizioni ed esplosivi. Ad Anagni (RM) è in progetto perfino un nuovo stabilimento per produrre nitroglicerina.
Qui i precedenti dossier:
Dossier/Le catene della guerra in Italia. I fornitori dell’Emilia Romagna (1)
Dossier/Le catene della guerra in Italia. I fornitori del Nord Est (2)
Dossier/ Le catene della guerra in Italia. I fornitori in Lombardia (3)
Dossier/ Le catene della guerra in Italia. Trasporti e logistica (4)
Dossier/ Le catene della guerra in Italia. I fornitori del Nord Ovest (5)

Lazio, dai droni killer turchi alla nuova fabbrica di nitroglicerina del piano Rearm
Tra Anagni (Ro) e Colleferro (Ro) nella Valle del Sacco, sorgono da un secolo fabbriche di esplosivi e di veleni e l’inquinamento è tale da essere classificata zona SIN (di interesse nazionale ai fini della bonifica). In particolare qui si estende il grande stabilimento ex Simmel Difesa che dal 2014 è acquisito dalla KNDS Amma Italy (gruppo nato dalla fusione tra la tedesca Krauss-Maffei Wegmann e della francese Nexter Systems).
L’ex Smmel è una delle più grandi produttrici di munizioni, bombe ed esplosivi, all’ottavo posto come azienda italiana esportatrice di armi con 40 autorizzazioni nel 2023 e un totale di 143 milioni di euro di commesse, non solo verso paesi europei ma anche verso Arabia Saudita, Emirati Arabi, Turchia, India. L’azienda ha un impianto a Colleferro destinato al munizionamento e test sul campo (100 ettari) e uno ad Anagni (50 ettari), utilizzato finora per il disinnesco, riciclo e termocombustione di colpi di artiglieria “scaduti”. A fine gennaio 2025 la ditta ha presentato un progetto per la creazione, nello stabilimento di Anagni, di un nuovo impianto per la produzione di nitrogelatina (contenente il 60% di nitroglicerina) con una stima di produzione di 150 kg all’ora. Una nuova produzione che risponde al programma di munizionamento deciso dal Consiglio europeo fin dal marzo 2023, con ulteriore vigore dopo il piano Rearm Europe. Il progetto è in fase di Valutazione Impatto ambientale da parte della regione Lazio. La nitrogelatina prodotta ad Anagni, che viene poi trasportata a Colleferro, per la fabbrcazione di esplosivi, si produce attraverso un processo di nitrazione della cellulosa, con una miscela di acido nitrico e acido solforico. In caso di incidente, come si legge dal progetto, avverrebbe il rilascio di acidi e gas tossici in aria, eventuali esplosioni potrebbero irradiarsi al bosco vicino, con conseguenti incendi devastanti. Il progetto prevede l’espansione dell’impianto con undici nuovi capannoni, per circa 35 ettari, al limitare di una zona boscata. L’area di espansione è peraltro sottoposta a vincolo idrogeologico, vicino al fiume Sacco.
Oltre alla ex Simmel a Colleferro c’è la Avio, azienda leader nella propulsione spaziale, offre soluzioni di “propulsione solida e liquida per lanciatori spaziali e missili tattici militari”. Ad Anagni oltre allo stabilimento KNDS, sorge una delle sedi laziali della Leonardo, dove si producono pale per gli elicotteri. Intorno alle sedi Leonardo in Lazio, ci sono oltre 300 imprese dual use, centri di ricerca e Università. Nello stabilimento di Roma Tiburtina la Leonardo, in joint venture con l’azienda turca Baykar, ha da pochi mesi avviato la progettazione, produzione e manutenzione di droni killer: «Si prevede che il mercato europeo di caccia senza pilota, droni da sorveglianza armati e droni d’attacco in profondità raggiunga i 100 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni» riporta la nota delle due società. La Turchia ha infatti una lunga esperienza con i droni killer, sperimentati per sterminare i curdi, gli oppositori e le popolazioni “nemiche”. A febbraio 2025, in un solo mese, tre giornalisti curdi sono caduti sotto i colpi dei droni turchi.
Toscana, stretta tra Leonardo, Fincantieri e aziende dual use
Leonardo ha una forte presenza anche in Toscana, con quattro sedi e oltre 300 aziende locali che fanno parte della supply chain. Le sedi sono a Campi Bisenzio (Firenze), Abbadia San Salvatore (Siena), Montevarchi (Arezzo), qui di producono strumenti elettronici per Eurofighter Typhoon e l’F-35. Infine il sito di Pisa, (inaugurato nel 2019) dedicato alla produzione dell’elicottero drone AWHERO, per il controllo dei confini e missioni miltari.
A gennaio 2025 anche Fincantieri è approdata in Toscana, acquisendo la ex Wass della Leonardo, di Livorno, qui si producono sottomarini, siluri, sonar, reti lancio. Nell’orbita di Fincantieri ci sono varie piccole e medie aziende, come la società di ingegneria pisana IDS (specializzata in droni civili e militari) acquisita dal colosso militare navale. Sempre a Livorno abbiamo la Cheddite, azienda italo francese, che nel suo sito si vanta di essere il punto di riferimento per i cacciatori e gli appassionati del tiro. In realtà i suoi proiettili hanno infierito non solo sugli animali ma anche sugli umani. Nel 2021 a Yangon, in Myanmar, sono stati trovati bossoli targati Cheddite sparati dalla polizia contro ambulanze e manifestanti. Nel 2022 altri proiettili Cheddite sono stati rinvenuti durante le proteste in Iran, sparate dalla polizia contro i manifestanti. Come è stato possibile aggirare la legge 185/90, da parte di una ditta regolarmente presente nel registro del Ministero della Difesa?
Tra le aziende toscane dual use, attratte dalle sirene della guerra, troviamo anche la Bitossi Industries, del gruppo Colorobbia, con sede a Sovigliana, Vinci (FI). Questa insospettabile azienda dedita alla ceramica, oltre a creare oggetti bellissimi e decorativi, produce anche materiali per il settore militare. In particolare si è specializzata in rivestimenti di ceramica, sfere e microsfere in allumina ad alta densità per giubbotti antiproiettili e mezzi blindati. Nel 2019, nell’ambito della collaborazione tecnologica con Israele, la Direzione degli Armamenti Terrestri del Ministero della Difesa ha autorizzato l’avvio del progetto di ricerca Ultra-Long CNTs reinforcing ceramic for advanced armor applications (ULCNT) per un importo complessivo di 800.000 euro affidando la commessa con procedura negoziata, senza bando di gara, alle Industrie Bitossi S.p.A. di Vinci (Firenze). L’obiettivo del progetto era lo sviluppo e la realizzazione di nuovi materiali compositi a matrice ceramica rinforzati, per veicoli blindati. Non è la prima commessa che si aggiudica da Ministero della Difesa.
A Fornaci di Barga (LU) troviamo Kme Italy di proprietà del gruppo tedesco KME, uno dei maggiori gruppi al mondo per la produzione di semilavorati in rame e sue leghe. Sforna ogni anno circa 90.000 tonnellate di rame e leghe per usi civili e (sempre più) anche per usi militari. Nel 2023 sono state esportate commesse militari per 1 milione e 700 mila euro, principalmente al Regno Unito ma anche alla Bulgaria. A Carrara infine ci sono i cantieri di Baglietto (altra sede a La Spezia) dove si producono sia yacht, e per non farsi mancare niente anche imbarcazioni militari.