di Linda Maggiori
Benché i fornitori delle industrie armiere si concentrino soprattutto nei distretti industriali del Nord Italia, anche nelle regioni meridionali varie aziende si stanno convertendo al militare o ampliando il loro coinvolgimento. In questa puntata approfondiamo le “catene delle armi” che si distendono tra Abruzzo, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria. Tratteremo le isole nella prossima (e ultima puntata).
Dossier/Le catene della guerra in Italia. I fornitori dell’Emilia Romagna (1)
Dossier/Le catene della guerra in Italia. I fornitori del Nord Est (2)
Dossier/ Le catene della guerra in Italia. I fornitori in Lombardia (3)
Dossier/ Le catene della guerra in Italia. Trasporti e logistica (4)
Dossier/ Le catene della guerra in Italia. I fornitori del Nord Ovest (5)
Dossier/ Le catene della guerra in Italia. I fornitori nel centro Italia (6)
*In copertina una marcia a Foggia contro la base militare di Amendola, di seguito lo striscione Cobas e operai contro lo stabilimento Leonardo a Napoli

Abruzzo dal distretto aerospaziale alle fabbriche di “armi chimiche”
Non c’è ormai regione che non si vanti di avere un distretto aerospaziale, così anche l’Abruzzo a inizio 2025 ha inaugurato il “suo” Distretto, che si basa sui tre ‘big’ Leonardo, Thales e Telespazio (joint venture fra Leonardo, 67% e Thales, 33%), tra L’Aquila e Chieti, più una fitta rete di piccole e medie imprese, Centri di ricerca e università, che coinvolgono anche il Molise. A Ortona (CH) sorge Tekne, azienda abruzzese dual use che in collaborazione con Iveco Defence Vehicle (Idv), progetta e realizza blindati per ogni tipo di missione nonché strumenti per la guerra elettronica.
Sempre in provincia di Chieti era attiva la Esplodenti Sabino, di Casalbordino, dedita al recupero e trattamento della polvere pirica da vecchi ordigni bellici, che (fino al sequestro) collaborava con esercito e Nato. Nel 2020 e nel 2023 due terribili esplosioni sono costate la vita a 6 dipendenti. Ad oggi è ancora chiusa con gli operai in cassa integrazione e indagini in corso. Nonostante le pressioni della società civile a riconvertire la fabbrica a produzioni non militari, sono in atto trattative con la Rheinmetall che pare intenzionata ad acquisire l’azienda.
Altra azienda abruzzese è la Simad di Carsoli (AQ), costituita nel 1971, ed operante nei settori della difesa, ordine pubblico e sicurezza. Produce munizioni al piombo e di gomma, fumogeni e lacrimogeni al CS (orto-clorobenziliden-malononitrile). Questi ultimi sono in realtà classificati tra le armi chimiche, vietate dalla convenzione di Ginevra nei teatri di guerra, ma paradossalmente permesse nei teatri di pace, contro civili inermi: così dal G8 di Genova, alle manifestazioni No Tav, dai No Muos ai No Tap, sono usati in quantità spropositate dalle forze dell’ordine per disperdere manifestazioni pacifiche. Oltre agli effetti immediati di forte bruciore della cute, degli occhi, e delle vie respiratorie, il CS può provocare, in caso di esposizione prolungata, gravi danni ai polmoni, al cuore e al fegato. Simad, secondo la relazione ministeriale ai sensi della legge 185/90, nel 2023 ha importato materiale dalla Turchia, e esportato lacrimogeni in Romania. Negli anni precedenti anche ad Libano, Algeria, Bangladesh, Brasile, Spagna. Nel 2024 ha ottenuto altre autorizzazioni per esportare circa 5300 cartucce lacrimogene al CS.
Il Tavoliere della guerra
In Puglia la Leonardo ha stabilimenti a Brindisi, per la produzione di elicotteri, a Foggia, dove è iniziata la produzione delle ali dei nuovi droni militari Eurodrone, poi assemblati a Grottaglie. Si tratta di un programma europeo congiunto lanciato da Airbus, Leonardo e Dassault Aviation, che punta costruire droni per missioni di intelligence, sorveglianza, acquisizione di obiettivi. A Taranto c’è la divisione elettronica della Leonardo, mentre a Grottaglie il MaTeRIA Lab, un centro di ricerca sui materiali compositi gestito insieme al Gruppo Solvay, multinazionale chimica che produce Pfas negli stabilimenti piemontesi di Spinetta Marengo, (abbiamo già visto quanto i Pfas siano strategici nel settore militare). Intorno ci sono circa 130 fornitori locali, piccole e medie imprese, come la Manta Group (con le collegate TMC e Avioman) di Foggia da 35 che opera nei settori aeronautico e automotive per la fornitura di materiali compositi e meccanici, di assemblaggi e verniciature. Oltre a Leonardo, tra i suoi clienti c’è la Boeing. I programmi militari che la vedono coinvolta spaziano dagli aerei militari (Boeing KC-46, M345-M346), agli elicotteri militari (NH90, AW109, AW139, AW169, AW189, AW609, AW249), venduti a tanti eserciti del mondo. Poi c’è la Giannuzzi di Lecce che inizia come azienda di tappezzeria a conduzione familiare, ampliando la propria attività alla produzione di interni di cabina per aerei civili e militari. Sitael, azienda spaziale pugliese (Mola di Bari), del gruppo Angel, collabora con la Difesa per la progettazione e costruzione di apparati per satelliti, insieme a Leonardo, TAS Italia e AirbusItalia.
A Brindisi, troviamo poi Avio Aereo, grande azienda acquisita dalla General Electrics nel 2013. Produce componenti e motori per aerei ed elicotteri civili e militari. La sede centrale si trova a Rivalta di Torino, mentre gli altri 7 stabilimenti sono situati a Torino, Brindisi, Pomigliano d’Arco (Napoli), Cameri (NO). Collabora tra gli altri, ai programmi dei caccia Eurofighter Typhoon e F35.