Site icon atlante guerre

Parigi brucia, la Francia si ferma (aggiornato)

Polizia francese durante una manifestazione

Domenica 2 luglio

Sono stati 719 gli arresti durante la quinta notte di disordini tra sabato e domenica in Francia seguiti ai funerali ieri pomeriggio del giovane francese ucciso dalla polizia.  A Parigi – scrive oggi Le Figaro –  lungo gli Champs-Élysées è stato dispiegato un gran numero di poliziotti, in previsione di grandi scontri: il giorno prima, sui social network erano stati trasmessi diversi inviti a radunarsi su questo viale. Sono stati così effettuati 375 controlli da parte delle forze dell’ordine per evitare nuovi incidenti. La quinta giornata di scontri sarebbe stata “più tranquilla”, secondo le autorità, un aggettivo molto relativo perché le proteste hanno comunque attraversato il Paese. A Marsiglia, per esempio, gli incidenti si sono verificati in centro  e al Vecchio Porto con centinaia di incendi.  

Sabato

La Francia si è svegliata oggi dopo l’ennesima notte di violenze in varie parti del Paese. Difficile dire se sia stata più o meno violenta di quella di venerdi. Ma i numeri parlano da soli. Incidenti si sono verificati a  Marsiglia (forse i più duri), Lione, Grenoble mentre nella regione parigina la situazione resta tesa  ma gli scontri sono stati meno numerosi rispetto alle notti precedenti. La notte tra venerdì e  sabato  – scrive stamattina Le Monde –  è stata “pesante, tesa e violenta ancora una volta, a Marsiglia, Lione, Grenoble o Saint-Etienne, ma nel complesso un po’ più calma, altrove, rispetto al giorno prima, soprattutto nella regione parigina” dove molte municipalità  avevano decretato il coprifuoco per i minori non accompagnati. Il quotidiano parigino riferisce i dati forniti dal ministero dell’Interno oggi secondo cui  994 persone sono state arrestate durante la notte a livello nazionale (contro le 667 della notte precedente) e 79 agenti di polizia e gendarmi sono stati feriti (249 il giorno prima).

Nel pomeriggio di sabato si sono svolti i funerali del giovane Nahel, il ragazzo di origini magrebine, ucciso da un poliziotto. Grande folla alla mosche Ibn Badis di Nanterre. La situazione resta tesa tanto che il Presidente Macron ha deciso di rinviare la visita di Stato che doveva compiere in Germania nel quadro delle relazioni franco-tedesche.

Il resoconto sino a venerdi sera

In attesa della quarta possibile notte di incidenti a Parigi e nel resto della Francia, il Presidente Emmanuel Macron ha lasciato ieri in tutta fretta  il Consiglio europeo per fare rientro a Parigi e presiedere la nuova riunione dell’unità di crisi interministeriale iniziata alle 13 a Parigi: è  la seconda volta in due giorni, dopo una terza notte di violenze seguite all’uccisione del giovane adolescente diciassettenne Nahel a Nanterre per mano di un agente di polizia. Il ragazzo era di origini magrebine cosa che ora alimenta la protesta delle banlieu. 45mila poliziotti sono stati dispiegati alla vigilia della quarta notte in tutto il Paese.

I dati diffusi dal governo francese tracciano un bilancio di  quasi 900 fermi di polizia nella scorsa in tutto il Paese ma circa la metà dei fermati sono della  regione di Parigi. Sono circa 500 gli edifici danneggiati e almeno duemila le auto incendiate: migliaia i roghi e gli assalti a sede istituzionali ma anche a negozi. 250 i poliziotti feriti. Per i dimostranti invece un numero non c’è. Mentre è stato reso noto che la polizia francese utilizzerà veicoli blindati per reprimere le rivolte, il Ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, ha chiesto ai prefetti di tutto il Paese di sospendere i trasporti pubblici con autobus e tram dalle 21:00 ora locale. Macron ha invitato i genitori a “parlare con i propri figli e cercare di esortarli a restare in casa”: secondo le autorità francesi molti dei ragazzi  coinvolti nelle violenze notturni sarebbero tra i  14 e i 18 anni”.

Il sindaco di Nanterre Jarry, secondo il quotidiano francese Le Figaro, chiede soluzioni per interrompere il “ciclo di violenza” e ha spiegato che “le emozioni e la rabbia provate dopo la morte di Nahel sono sempre vive e condivise da tutta la popolazione”. “Dobbiamo continuare a sostenere questa famiglia e questa madre”, ha aggiunto… C’è urgenza di trovare le parole per uscire da questo ciclo di violenza”. A Marsiglia intanto sono state vietate le proteste. La violenza è scoppiata anche a Lione, Pau, Tolosa, Lille e nella periferia parigina per la terza notte consecutiva. Un certo numero di sobborghi e città della regione parigina hanno imposto il coprifuoco – scrive AlJazeera – mentre il Paese si preparava a nuove violenze. L’agente di polizia che ha sparato al giovane Nahel è ancora in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Ha chiesto scusa alla famiglia. Tutto ciò non basta però a chiudere un dibattito sull’esclusione spociale che va al di là del delitto.

Nella foto in copertina, polizia francese durante una manifestazione a Parigi © Alexandros Michailidis/Shutterstock.com

(Red/Est) Aggiornato il  2 luglio alle 10.00  ora italiana

Next: Lotta alla povertà. Sotto accusa l’algoritmo
Exit mobile version