Perù: un maestro affronta l’erede Fujimori

Castillo e la figlia dell'ex presidente ora in carcere vanno al ballottaggio. Mentre infuria il Covid19

Nelle elezioni generali del Perù che si sono tenute l’11 aprile si  sceglievano i candidati alla Presidenza della Repubblica, due Vicepresidenti, 130 Membri del Congresso e 5 Parlamentari Andini per il periodo 2021-2026. Il maestro di scuola elementare e sindacalista Pedro Castillo affronterà l’erede conservatore della potente famiglia Fujimori in Perù in un ballottaggio presidenziale divisivo.

Il primo turno di domenica ha visto la vittoria a sorpresa di Castillo, che col 19 percento dei voti va al ballottaggio del 6 giugno contro Kiki Fujimori, figlia dell’ex Presidente ora in carcere a scontare 25 anni per violazione dei diritti umani. La Fujimori ha ottenuto il 13 percento. Il 51enne insegnante elementare, originario  della regione di Cajamarca, ha iniziato la sua carriera politica nel 2002, quando si è candidato a sindaco, senza venire eletto. Ma nel 2017 è diventato una figura di spicco, nell’ambito di uno sciopero nazionale degli insegnanti. Nell’ottobre 2020 ha annunciato che si sarebbe candidato alla presidenza del partito di sinistra Perù Libre.

 In un sondaggio metà marzo, Castillo aveva raggiunto a malapena il 3 percento, ma i suoi voti provengono in particolare dalle zone rurali remote, che i sondaggi ignorano spesso. Castillo ha ringraziato i suoi elettori in un breve intervento, dicendo di voler salutare coloro “che sono stati dimenticati, che vivono negli angoli della nostra terra dove non c’è la presenza dello Stato”. Castillo è riuscito a fare appello a molti peruviani che sono stufi degli scandali di corruzione che hanno traversato  la vita politica per anni. Ha dichiarato che non vuole arricchirsi e che, se eletto, tratterrà solo del suo stipendio quanto gli veniva pagato come insegnante. Vuole anche abbassare lo stipendio  ai legislatori. Sostiene che il Perù non sia mai stato governato nell’interesse della stragrande maggioranza dei peruviani, e ha chiesto “cambiamenti drastici”. Ha appoggiato gli appelli dei manifestanti antigovernativi per una nuova costituzione, annunciando  che, sotto la sua guida, verrà creata un’assemblea costituente per redigere una costituzione che “abbia il colore, l’odore e il sapore del popolo”.

Durante la sua campagna, Castillo ha proposto inoltre di nazionalizzare una serie di settori economici chiave, come l’estrazione mineraria, il petrolio, l’idroelettrico e il gas. Il che lo colloca più sulla sponda dei cosiddetti “estrazionisti”, più che su quella che si va affermando come una nuova sinistra sudamericana ecologista. Ma pur sempre diametralmente opposto all’impostazione ultraliberista della Fujimori. Ha sottolineato che l’oro, l’argento, l’uranio, il rame e il litio “devono essere per i peruviani”, poiché “è necessario che i bambini non abbiano più un futuro incerto”. Ha anche apprezzato il sostegno che il suo partito, Peru Libre, ha ricevuto alle elezioni, sia presidenziali che parlamentari, avendo conquistato 32 (su 130) seggi al Congresso : ”li indirizzeremo in modo che non pensino al loro seggio, ma a voi”.

Kiki Fujimori è la più classica rappresentante del neoliberismo. E punta sulle entrate minerarie per rilanciare l’economia.e promette la creazione di  due milioni di posti di lavoro espandendo le infrastrutture e investendo nella salute e nell’istruzione. Ha criticato i blocchi imposti dal governo per affrontare la diffusione del Covid-19 e ha promesso di revocare le restrizioni per cercare di rilanciare l’economia. Si dichiara avversaria strenua  del ” populismo e della sinistra radicale” che vorrebbero trasformare il Perù in “una Cuba o in Venezuela” La Fujimori è indagata per presunta corruzione e riciclaggio di denaro, e ha già trascorso 13 mesi in prigione tra il 2018 e il 2020.

Il Perù resta il Paese del Sud America con il più alto numero di morti da Covid19 pro capite, secondo i dati della Johns Hopkins University. La fiducia nei politici, pur essendo già bassa, è stata ulteriormente erosa dal cosiddetto “vaccinogate”, la rivelazione a febbraio che funzionari governativi si sono vaccinati saltando segretamente l’ordine di inoculazione. Con 55mila morti su una popolazione di 32 milioni, dato certamente da aggiustare pesantemente in rialzo, data la scarsa copertura dei servizi sanitari e sociali  Il Perù è il più colpito del Sudamerica dal Covid-19.

nell’immagine, uno scatto di Jeison Higuita da Unsplash

(re/ma/sa)

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