Prolungata la tregua nello Yemen

Mentre le inondazioni aggravano la crisi umanitaria in corso, il cessate il fuoco viene allungato di  un mese. Rimangono i dubbi sulla sua effettività.

di Elia Gerola

“Il Comando delle Forze Unite della Coalizione per ripristinare la legittimità nello Yemen annuncia l’estensione per un mese del cessate il fuoco iniziato martedì 9 aprile 2020”. Questa la frase chiave del comunicato stampa diffuso nel primo pomeriggio del 24 aprile dalla Saudi Press Agency. Le parole sono firmate dal Colonnello Turki Al-Maliki, il portavoce ufficiale della coalizione sunnita a guida saudita, che sostiene il Governo yemenita.

Le ragioni addotte per il prolungamento unilaterale del cessate il fuoco iniziato più di due settimane fa e sino ad ora rivelatosi però fallimentare, in un momento critico per la popolazione civile (come abbiamo raccontato   qui )ono: rispondere alle pressioni dell’Onu per stabilire una tregua; favorire i progressi dei negoziati sul cessate il fuoco permanente tra le due parti del conflitto al fine di sottoscrivere accordi economici e umanitari, rilanciare infine il processo politico di pacificazione. Altre due le giustificazioni apportate, la prima di natura religiosa: si è entrati nel mese di Ramadan, pratica islamica fondamentale; la seconda sanitaria: la necessità di prevenire e contenere l’epidemia di Covid-19.

Questa volta sembra essere più persuaso della bontà della tregua anche ciò che rimane del Governo yemenita, che tramite l’account della propria ambasciata a Washington ha twittato invitando i propri contendenti, i ribelli Houthi, ad “astenersi dalla belligeranza e rivalità”.

E’ ora attesa la replica del fronte della resistenza degli Houthi quindi, che sostenuti dall’Iran, hanno ormai il controllo del nord-ovest del Paese, in particolare della città di Sana, dalla quale gestiscono gli aiuti umanitari internazionali, nonostante l’embargo imposto dal fronte governativo.

Nel frattempo si aggravano le notizie in merito alle alluvioni e ai danni (foto) causati da 10 giorni di piogge battenti. L’Ong italiana Intersos, che ha operatori in loco, comunica che le persone coinvolte sono almeno 100 mila, con almeno 15 morti e 89 feriti (la situazione è però in costante aggiornamento). Di seguito il messaggio da loro ricevuto:

 

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