Prossimi alla meta

La carovana dei migranti centroamericani partita un mese fa dall' Honduras è ormai vicina alla frontiera statunitense

La carovana dei migranti che è partita un mese fa da San Pedro Sula, in Honduras, e che, forte di circa 5000 partecipanti, ha traversato il Centro America diretta agli USA, sta arrivando alla sua meta. Circa 350 emigranti sono arrivati mercoledì a Tijuana, Bassa California (Messico), per sommarsi ai circa 500 arrivati tra domenica e martedì, tutti con la finalità di presentare un sollecito di asilo negli Stati Uniti. Le autorità locali si dicono preoccupate del problema della ricezione, e la polizia di Tijuana sostiene che i migranti saranno rispettati, ma che vi i sarà zero tolleranza con chi si renderà colpevole di violazioni della legge.

Già oggi si calcola che la cifra totale dei migranti arrivati alla frontiera sia di circa1.500 persone, e mentre sul lato statunitense si erigono barriere ed è già schierato l’esercito, nella città messicana si sono svolte manifestazioni minacciose, al grido di “Mexico primero”. Tra i manifestanti si segnalava inoltre la presenza di membri degli Zetas, la mafia legata al narcotraffico e alla gestione dell’immigrazione clandestina. Intanto il presidente americano Donald Trump dichiara che sarà negato asilo a chi entri illegalmente nel Paese, mentre una lunga fila si va formando per la richiesta ufficiale di asilo. Il completamento dell’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato dura circa un anno, durante il quale non è comunque concesso lavorare.

Da segnalare  una nota del CPJ ( Commitee for tthe Protection of Journalists- Comitato per la Protezione dei Giornalisti)  che mette in guardia i reporter internazionali sui rischi che comporta seguire la carovana: fra di essi, quello dei “coyotes”, gli specialisti delle mafie messicane del traffico di clandestini, che oltre a rappresentare una minaccia per i migranti della carovana, lo sono anchew per i giornalisti che ne danno notizia. In Messico, solo nell’ultimo decennio, almeno 140 giornalisti sono stati assassinati per aver portato alla luce le collusioni o complicità fra Stato e mafie. Su questo argomento,  atlanteguerre proporrà prossimamente un’inchiesta di approfondimento.

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