Mentre almeno altre 2000 birmani in fuga sono sfollati verso la zona di Mae Sot al confine
Hun Sen è convinto che la sua “comboy diplomacy” possa fare meglio dei riti della diplomazia formale e pensa di poter e dover riportare il Myanmar nell’alveo dell’Asean che ora lo tiene a distanza. Prima di partire prò, conscio probabilmente che il suo gesto correva il rischio di rompere un’omogeneità di vedute sul golpe raggiunta a fatica, il premier cambogiano ha chiamato il presidente indonesiano Jokowi, a capo del Paese più importante del gruppo. Ma anziché ricevere un avvallo alla sua controversa missione ha ottenuto un tweet di Jokowi nel quale il capo di Stato indonesiano ha scritto che “se non ci saranno progressi significativi nel piano di pace (dell’Asean)”, solo i rappresentanti non politici del Myanmar saranno ammessi alle riunioni dell’Asean. Come per altro sta avvenendo.
Secondo Assistance Association for Political Prisoners (Burma), a bilancio sino ieri dal golpe di febbraio ci sono 1445 civili uccisi dalla repressione golpista con oltre 8.400 arresti, quasi 2mila ricercati e oltre 500 prigionieri poltici già a sentenza. Tra questi la de facto premier Aung San Suu Kyi. Nessuno finora ha potuto incontrarla nonostante richiesta giunte da più parti, compresa l’Asean.
(Red/Est)
In copertina il tappeto rosso in onore di Hun Sen da un fotogramma di un video di Al Jazeera su Youtube. Nel testo, Hun Sen e i manifestanti in un articolo del quotidiano birmano di opposizione Irrawaddy