Stop bombardamenti in Iraq

Le operazioni militari nel Nord del Paese hanno provocato in oltre 30 anni vittime, sfollamenti e distruzione. Una campagna internazionale per dire basta

Le operazioni militari a Nord dell’Iraq non si sono mai fermate negli ultimi trent’anni. Migliaia le vittime, i feriti, gli ettari di terre agricole distrutti e i capi di bestiame uccisi. Una distruzione costante che ha costretto più di cinquecento villaggi al trasferimento. Per dire basta a queste incursioni armate il Christian Peacemaker Team-Iraqi Kurdistan (Cpt-Ik), l’Iraqi Civil Society Solidarity Initiative (Icssi) e il Kurdistan Social Forum (Ksf) hanno lanciato un appello alle organizzazioni internazionali e irachene per aderire alla campagna internazionale per la fine dei bombardamenti transfrontalieri nel Kurdistan iracheno.

“La Turchia e l’Iran – si legge nell’appello- hanno condotto operazioni militari transfrontaliere – bombardamenti, sorveglianza con droni e attacchi da parte delle forze di terra nel Nord dell’Iraq da più di 30 anni”

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Secondo i promotori a causa di queste operazioni migliaia di famiglie hanno perso i mezzi di sostentamento e sono state messe a repentaglio la vita, la cultura e le tradizioni di varie comunità etniche e religiose, tra cui yezidi, cristiani assiri, shabak, caldei e turkmeni, che abitano nella Regione.

“Il nostro obiettivo – si legge – è un cessate il fuoco completo e totale da parte della Turchia e dell’Iran nel Kurdistan iracheno e la rimozione di tutte le basi militari straniere dalla regione. Lavoriamo per fare pressione sul governo regionale del Kurdistan e sul governo federale dell’Iraq affinché proteggano i civili nella regione, riconoscano le sofferenze che hanno subito e forniscano assistenza umanitaria. E chiediamo ai governi di Ankara, Teheran, Baghdad ed Erbil, così come alle Nazioni Unite, di perseguire un mezzo diplomatico per porre fine ai combattimenti”.

di Red/Al.Pi

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