Sudan del Sud, l’Onu vota l’embargo alle armi

Dopo anni di veti il Consiglio di sicurezza ha approvato un testo che prevede anche sanzioni ai responsabili militari

E’ stato votato ieri dal Consiglio di sicurezza dell’Onu un embargo sulla vendita e i trasferimenti di armi al Sudan del Sud. Il testo prevede anche sanzioni nei confronti dei responsabili militari coinvolti nel conflitto, in corso nel Paese dal 2013.

La risoluzione è stata proposta dagli Stati Uniti e adottata a New York con il voto favorevole di nove Paesi membri. L’embargo, misura necessaria, arriva in maniera tardiva: da anni le organizzazioni della società civile del Paese e internazionali la richiedevano.

Il testo, già arrivato alla discussione in Consiglio, si era però sempre scontrato con i veti incrociati dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza.

L’embargo arriva dopo che a fine giugno il presidente Salva Kiir e il capo ribelle Riek Machar hanno firmato un accordo di Pace a Khartoum, in Sudan alla presenza del  presidente dell’Uganda Yoweri Museveni e  del suo omologo sudanese Omar al-Bashir.

L’accordo quadro anticipa quello definitivo e consentirà l’accesso per gli aiuti umanitari tramite un corridoio, la liberazione dei prigionieri e un governo di transizione da formare entro quattro mesi, che governerà il paese per 3 anni e sarà seguito da elezioni generali. L’accordo permette poi ai membri dell’Unione Africana e al blocco regionale dell’Africa orientale, l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) di “schierare le forze necessarie per sorvegliare il cessate il fuoco permanente concordato”.

Per approfondire

Il reportage dal Sudan del Sud di Raffaele Masto

 

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